lunedì 28 ottobre 2013

28 ottobre 2013 - Una contabilità segreta e luminosa

Chi è il personaggio importante di questa foto?
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L'avreste mai detto? E' quello di spalle.
E si chiama Vincent Van Gogh.

Di fatto, questa è l'unica immagine certa di Van Gogh adulto che ci sia rimasta.
I suoi bellissimi quadri popolano il nostro immaginario, i musei, le aste e le cronache, ma personalmente l'artista ebbe una vita grama - lo sanno tutti - da sfigato perdente, come diremmo oggi con la corrente terminologia.

Di tanto in tanto mi capita di parlare con un "ragazzo" che ha il box nel mio cortile: dice che, quando può, gli piace riparare le biciclette bisognose in cui gli capita di incappare. Una mano d'olio, una stretta alle viti, e via che va senza dire niente a nessuno, l'Angelo delle biciclette.
A me, ad esempio, ha cambiato una forcella dei freni (in effetti, ha cercato di avvertirmi citofonandomi, solo che io ho il citofono rotto... Però vi assicuro che trovarmi la bici riparata da un giorno all'altro è stato magico!).

E mi chiedo: ma quante volte un disguido ci ha salvato la vita?
Nelle pagine di cronaca si affrettano a riportare notizie del tipo: "Calciatore prende il treno perché ha paura di volare, ma il treno deraglia e il calciatore perisce".
Sarà anche capitato il contrario: un tipo ha la febbre, non prende l'auto per andare al lavoro e non investe il bambino che corre in mezzo alla strada per recuperare il pallone.
Noi, però, non lo sappiamo.

E però ci deve essere una forza nascosta che opera il bene oscuramente, altrimenti il mondo non starebbe insieme. 
E' matematico e inconfutabile. 
Anche il pessimista più convinto non lo può negare.

Dunque, io penso, se un Dio esiste, è un Dio che conosce questa contabilità luminosa, ne regge le fila, e nel considerare ogni minimo dettaglio di bontà e salvezza che a noi passa inosservato fa le fusa ed è contento come un gatto



Buona settimana!

Silvana

21 ottobre 2013 - Paure

Per tutta la mia vita scolastica ho avuto paura dei temi in classe.
Avevo timore di non trovare, tra i vari titoli proposti, neanche uno che mi ispirasse qualcosa da scrivere.
Fino all'ultimo esame scritto di inglese all'università ho avuto questa paura.
E invece, qualcosa da dire l'ho sempre inventato.

Ancora adesso: potrei anche chiedermi "Ma io questo lunedì che cavolo scrivo?".
Invece so che potrei cavarmela, ad esempio, in modo poetico-edificante.
Per dire: vi spedisco una poesia di Borges:

UN'ALTRA POESIA DEI DONI

Ringraziare voglio il divino

labirinto degli effetti e delle cause
per la diversità delle creature
che compongono questo singolare universo,
per la ragione, che non cesserà di sognare
un qualche disegno del labirinto,
per il viso di Elena e la perseveranza di Ulisse,
per l’amore, che ci fa vedere gli altri
come li vede la divinità,
per il saldo diamante e l’acqua sciolta,
per l’algebra, palazzo dai precisi cristalli,
per le mistiche monete di Angelus Silesius,
per Schopenhauer,
che forse decifrò l’universo,
per lo splendore del fuoco
che nessun essere umano può guardare senza uno stupore antico,
per il mogano, il cedro e il sandalo,
per il pane e il sale,
per il mistero della rosa
che prodiga colore e non lo vede,
per certe vigilie e giornate del 1955,
per i duri mandriani che nella pianura
aizzano le bestie e l’alba,
per il mattino a Montevideo,
per l’arte dell’amicizia,
per l’ultima giornata di Socrate,
per le parole che in un crepuscolo furono dette
da una croce all’altra.
per quel sogno dell’Islam che abbracciò
mille notti e una notte,
per quell’altro sogno dell’inferno,
della torre del fuoco che purifica,
e delle sfere gloriose,
per Swedenborg,
che conversava con gli angeli per le strade di Londra,
per i fiumi segreti e immemorabili
che convergono in me,
per la lingua che, secoli fa, parlai nella Northumbria,
per la spada e Tarpa dei sassoni,
per il mare, che è un deserto risplendente
e una cifra di cose che non sappiamo,
per la musica verbale dell’Inghilterra,
per la musica verbale della Germania,
per l’oro, che sfolgora nei versi,
per l’epico inverno,
per il nome di un libro che non ho letto: Gesta Dei per Francos
per Verlaine, innocente come gli uccelli,
per il prisma di cristallo e il peso d’ottone,
per le strisce della tigre,
per le alte torri di San Francisco e dell’isola di Manhattan
per il mattino nel Texas,
per quel sivigliano che stese l’Epistola Morale
e il cui nome, come egli avrebbe preferito, ignoriamo,
per Seneca e Lucano, di Cordova,
che prima dello spagnolo scrissero
tutta la letteratura spagnola,
per il geometrico e bizzarro gioco degli scacchi,
per la tartaruga di Zenone e la mappa di Royce,
per l’odore medicinale degli eucalipti,
per il linguaggio, che può simulare la sapienza,
per l’oblio, che annulla o modifica il passato,
per la consuetudine,
che ci ripete e ci conferma come uno specchio,
per il mattino, che ci procura l’illusione di un principio
per la notte, le sue tenebre e la sua astronomia,
per il coraggio e la felicità degli altri,
per la patria, sentita nei gelsomini
o in una vecchia spada,
per Whitman e Francesco d’Assisi, che scrissero già questa poesia,
per il fatto che questa poesia è inesauribile
e si confonde con la somma delle creature
e non arriverà mai all’ultimo verso
e cambia secondo gli uomini,
per Frances Haslam, che chiese perdono ai suoi figli
perché moriva così lentamente,
per i minuti che precedono il sonno,
per il sonno e la morte,
per due tesori occulti,
per gli intimi doni che non elenco,
per la musica, misteriosa forma del tempo.

e vi chiedo: e voi per cosa ringraziereste?
Io, ad esempio, ora come ora ringrazio la moderna farmacologia per l'esistenza del Lexotan, ma tutto dipende dal momento e dallo stato d'animo del singolo.

Oppure, potrei sfangarmela ideologicamente, raccontando che sciopero per qualche giusta causa.
Ad esempio, potrei scioperare contro la pesca del tonno. Tanto il tonno non mi piace, e quando smetto la dieta non ne mangio più.

Potrei anche cercare qualche curioso risvolto etimologico, raccontando che "sciopero" in russo si dice "zabastovka", che deriva dritto dritto dal nostro "basta". E già la mente corre alle prime lotte sindacali, sogna di segreti incontri tra rivoluzionari nostrani e affascinantissimi Majakovskij sotto i ponti della Moscova...
Interessante, vero?

Poi, potrei inviarvi un filmato del famoso film Sciopero! di Ejsenstejn per rendere più interessante la mail e per illustrarvi questa parola russa così bella e italicizzante: zabastovka...


E qui scoprirei che Ejsenstejn, accidenti a lui, il suo film l'ha intitolato col termine STACKA, che è slavissimo.
Tutta la mia struttura crollerebbe, e io tornerei alle mie paure pimeve.

O no?

Buona settimana!

Silvana

14 ottobre 2013 - La soprano grassa

Io non amo il teatro.
Ci provo, ci provo e ci riprovo, ma fondamentalmente a teatro mi annoio moltissimo.

Anche i musical li odio.
Quando gli attori interrompono l'azione per mettersi a cantare - e magari anche a ballare - gli spaccherei la faccia.

Però, stranamente, comincia a piacermi l'opera.
Non ho ancora visto niente a teatro - mi limito a spulciare youtube, o a seguire i programmi di Rai 5, o a prendere i dvd in biblioteca - però sì, l'opera è davvero una forma d'astrazione artistica dalla vita reale (o meglio: della vita reale) che mi tocca.

Così, mi capita di incappare nei luoghi comuni che sono legati al genere.
La soprano grassa, ad esempio. Grassa, e magari in sovrappiù anche tendenzialmente brutta.

E' ridicolo vedere una Violetta sovrappeso? Una Mimì taglia 56 è poco credibile? Una Norma con una cassa di risonanza dal raggio di mezzo metro non può essere scritturata?

Guardate qui


Io Joan Sutherland la vedo perfettamente in ruolo.
Sarà la magia dell'arte e della musica, sarà la forza del talento dirompente di queste cantanti, ma la soprano grassa non la trovo un problema. Anzi, credo che lo spettatore, nel riconoscere l'archetipo del personaggio dietro (o "dentro"?) queste interpreti che in altre discipline verrebbero discriminate perché prive del physique du role, partecipi più attivamente alla rappresentazione e sia più aristotelico, nel senso che deve fare una magia fotissima su se stesso per sospendere l'incredulità - e si diverte di più.

La prova è in questo filmato:


Dopo aver visto Joan Sutherland, la bella e magra Anna Netrebko non appare assolutamente banale? Fastidiosa? Forse addirittura un pochettino - ma solo molto vagamente - volgare?
Allora ho ragione io.

Allora, forse possiamo dire che anche l'arte è come l'amore, che ci fa vedere belle le persone care.

E chi non sa vedere bella la persona che ha accanto (ce n'è, ce n'è, oh se ce n'è) è un emerito fallito.

Buona settimana!

Silvana


P.S.: Nel frattempo, anche Anna Netrebko è ingrassata!
Guardate qui



Chissà se canta meglio... Non me ne intendo abbastanza.
C'è chi dice che la Callas fosse molto molto più brava, prima della cura della tenia.

Bho!

7 ottobre 2013 - Patate come nuvole

La scorsa settimana la mia collega Luigia mi ha regalato una patata stupenda.
Non ho mai avuto una modella così docile:

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Non pensavo che delle patate si potesse ammirare la forma. Trovo che in genere abbiano una natura un po' statica e poco cangiante.

Di preferenza, guardo i fondi del caffè.
Li trovo molto belli. 
In questa particolare tecnica pittorica che mette in atto il Caso, devo dire, preferisco il figurativo all'astratto.
I fondi del caffè sono molto stimolanti. Sollevano numerosissimi quesiti.
Ad esempio, chi sarà questo signore corrucciato? Un poeta tedesco?

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E questa colomba bianca della pace: è più bella o più brutta di quella di Picasso?

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Non trovo che nei fondi del caffè si nasconda la chiave del nostro futuro.
Ieri, ad esempio, nessuno mi ha dedicato una poesia, e nessun piccione mi ha fatto la cacca addosso.
Guardo i fondi del caffè come i bambini guardano le nuvole.
D'ora in poi guarderò allo stesso modo anche le patate.

Chissà che poi, magari, invece, trovarle di una forma bizzarra non ci dica che anche i destini più duri e noiosi, di tanto in tanto, si piegano fino a riservarci delle sorprese...

Buona settimana!

Silvana

30 settembre 2013 - Grande e piccolo

Qualche giorno fa in biblioteca è stata rinvenuta questa macchinina:

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Le macchinine non risvegliano in me sindromi da kidnapper come i peluche, quindi l'ho rimessa nel cassetto degli oggetti smarriti.

Il giorno dopo, è arrivato questo mastodonte a fare dei lavori nel parco:

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e a vederlo mi sono davvero emozionata.
Insomma, forse il termine è esagerato, ma è vero che ho provato la scossa del bambino che ha un modellino nuovo con cui giocare.
Ed è così: più una macchina è grande, e più la vedo piccola e divertente, rimpicciolita in scala 1 a 20 [numeri messi a caso].
Forse i bambini si divertono perché in realtà i modellini li vivono come se fossero grandi.

Forse, allo stesso modo, c'è chi nei bambini vede principalmente gli adulti che saranno.
A me, nelle persone anziane, capita di vedere i bambini che erano.

E così, si può dire che gli opposti convivano nello stesso soggetto, e non perché, ad esempio, chi è piccolo è grande per qualcosa d'altro che è ancora più piccolo, ma perché il grande contiene il piccolo in se stesso, e il vecchio in qualche modo contiene il giovane, e il grasso contiene il magro, e l'idiota contiene il genio, e tutto questo genera delle correnti elettriche tra gli opposti che sono molto interessanti.

Magari sono un po' incomprensibile, ma certamente in qualche modo sono anche molto chiara. E anche noiosa, però al contempo molto interessante.

Ma forse è meglio cantarci su e tanti saluti.
E, naturalmente,  buona settimana.

Silvana






Silvana

23 settembre 2013 - Unità di misurazione della luce

La luce si misura in:

secchiate

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scalini

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intensità del ricordo d'estate

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intensità del rossore della frutta

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fusa

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intensità di preghiere e desideri

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intensità dell'ombra

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decibel



Buona settimana luminosa!


Silvana

16 settembre 2013 - Ancora lui, in uno dei suoi migliori travestimenti

E quale non fu la mia sorpresa, pochi giorni fa, nel sorprendere il nostro Gaglioffo Affascinante a Cagliari, nella chiesa dedicata a Sant'Efisio!

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Ecco che cos'ha combinato prima di fare la fine che sappiamo a Francoforte: se n'è andato in giro per il mondo a prendere per il naso chiunque incontrasse!
Nella capitale sarda, per esempio, da secoli tiene in scacco un'intera cittadinanza: ogni 1 maggio i cagliaritani lo portano in processione, come se fosse un Santo potentissimo, inconsapevoli dell'inganno


Ma secondo un'altra versione, i cagliaritani sanno benissimo di avere a che fare con un Fante di Cuori, ma lo festeggiano lo stesso, perché sono un popolo romantico e appassionato.

Personalmente, non saprei, non ho esperienza.

In ogni caso, buona settimana!


Silvana

9 settembre 2013 - Identificazioni

Una decina di giorni fa ero al Liebieghaus, il Museo di Arti Plastiche di Francoforte.
Nell'area dedicata a Medio Evo e Rinascimento, sono rimasta colpita da questa maternità germanica.

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Quello che mi ha colpito è la somiglianza tra la Madonna e Gesù Bambino.
Qui da noi, presi com'eravamo da ideali platonici e rispetto per la trascendenza, di Figli che assomigliassero alle loro Madri non ne sono stati creati troppi. Me ne sono resa conto solo in quest'occasione.
Il pensiero seguente è stato: "Però, che bravo il Maestro, che ha scolpito una donna e un bimbo che si somigliano!". Per poi rendermi conto che a raffigurare due che si somigliano ci vuole molto poco: basta prendere per modello una maternità in carne e ossa.
Quindi, mi ha fatto molta tenerezza pensare che l'antico Maestro Germanico in questione, in quest'occorrenza, abbia fatto il ritratto a sua moglie e a suo figlio.

Pochi metri più in là, ho visto questa testa di giovane donna ottocentesca:

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e sono rimasta quasi strabiliata dalla somiglianza tra il volto raffigurato e quello di Imma, una compagna di corso conosciuta in quei giorni.

Sempre in tema con quello che voglio dire, qualche anno fa, a Malta, ho visto la Decollazione di San Giovanni Battista


e ho provato l'insensata certezza che i modelli dei due personaggi anziani dell'opera - la seconda e il terzo da sinistra - fossero nella realtà il padre e la madre di Caravaggio.

E' questa rete sottile di identificazioni, somiglianze, supposizioni, astrazioni e affetti che al Liebieghaus mi ha affascinato.
Una rete che unisce passato e presente, arte e realtà, artista e pubblico, immanenza ed eternità in un tessuto sottile e saldo come le nervature di una foglia.
Così che, nel campo dell'arte, non si distinguono più i vivi dai morti - e i morti dai vivi.


Buona settimana!

Silvana

2 settembre 2013 - Esperienze che ti segnano

Quando ero piccola mi innamoravo delle cose più strane.
All'inizio, ho nutrito una forte passione per i posteriori dei cavalli dei miei soldatini.
Poi, è subentrato lui.
Il Fante di Cuori del mazzo di carte di casa.

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Ne converrete: in un mazzo di carte dove le figure erano particolarmente ben disegnate - secondo me le più belle che abbia mai visto, ma qui di sicuro gioca l'idealizzazione del passato - lui era proprio strafigo.

Poi, il tempo è passato, io ho avuto altre passioni, ma il Fante di Cuori non l'ho mai scordato.
Spesso mi sono chiesta che fine avesse fatto.
E qualche giorno fa l'ho rivisto, il primo giorno del mio ssoggiorno a Francoforte, nel Kaiserdom


Che potessi cadere fulminata se il ladrone alla sinistra di Gesù non è lui!
Ecco chi era il Fante, in realtà: un pendaglio da forca, anzi da croce, e nemmeno di quelli che si pentono!
Lui gaglioffo, insomma, come tutti quelli che ho incontrato dopo.
Proprio un bell'imprinting!

In quell'occasione mi sono ripromessa di tornare a fare fotografie, a lui e al resto della Crocefissione (bellissima), con più calma.
Mi ero programmata di andare l'ultimo giorno.
L'ultimo giorno mi sono stravolta a fare altre cose, e non ho più avuto voglia di tornare al Duomo a fare foto. "Per chi sforzarsi, poi?", mi dicevo. "Per un poco di buono traditore? Fossi matta!", mi dicevo. Mi sentivo superiore.

Ma a tutt'oggi sono molto pentita di non averlo fotografato.
Magari torno a Francoforte, solo per lui.

Il che mi dimostra che dei gaglioffi affascinanti non ci si libera mai, anche se facciamo finta del contrario.


Buona settimana!

Silvana

26 agosto 2013 - Indipendenza

Dunque, sono rimasta senza pc. Non  posso caricare foto mie, vercare filmati su youtube... Sono ridotta al basic.
Allora, per rimanere in tema con il tedesco di Germania, vi trascrivo una filastrocca che avevo studiato a memoria tanto tempo fa, che suona piu´o meno cosi´:
Es war einmal ein Mann
der hatte einen Schwamm,
der Schwamm war ihm zu nass,
da ging er in den Strass´,
der Strass war ihm zu kalt,
da ging er in den Wald,
der Wald war ihm zu grün,
da fuhr er nach Berlin,
Berlin war ihm zu groß,
da fuhr er wieder los,
fuhr heim nach Oberau
und nahm sich eine Frau,
lebt´ glücklich dort bis heute,
das wissen alle Leute.
Il che si traduce piu´ o meno cosi´:
C´era una volta un uomo
che aveva una spugna.
La trovo´ troppo bagnata,
e allora usci´ per strada,
ma aveva troppo freddo, 
e allora ando´nel bosco,
che era troppo verde,
e allora ando´ a Berlino.
Berlino: troppo grande.
e allora via di nuovo.
Se ne ritorna ad Oberau
dove ha trovato moglie.
Ad oggi vive contento e beato,
e questo fra le genti e´ risaputo.
E dunque mi chiedo:  come avrei fatto se non avessi imparato qualcosa a memoria?
MI attaccavo.
Conviene sempre conservarsi uno spazio di indipendenza da internet e affini.
Una cartina geografica invece del tom-tom, un libro di carta invece del lettore, qualche numero a memoria invece della rubrica del celulare...
Cosi´, semanca la corrente, sopravviviamo.

L´unico problema e´ Herr Alzheimer.
Io, qui in Germania, mi rendo conto che la nostra conoscenza si approfondisce.
Mannaggia.
Buona settimana!

Silvana

19 agosto 2013 - Il terzo re

Io, quando perdo qualcosa, la cerco e non la trovo.
Spesso, trovo la cosa che cercavo al turno precedente.
Insomma, cerco un calzino e trovo un orecchino. 
Va bene lo stesso.
A volte trovo cose che non cerco, perche´non sapevo di cercarle.
Tempo fa ad esempio, ho visto un cespuglio di rose canine chpieno di frutti bellissimi, grossi (quasi) come pomodori.
Ho fatto la foto a questo signore, che non sapevo chi fosse

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Poi sono andata a trovare una amica in campagna, e ho visto dei cardi. Ho capito che i cardi mi piacciono moltissimo.
Ho visto questo signore e lßho fotografato.

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Dunque, ho capito che il primo era Re Canino, un re crudelissimo che gioca con le teste dei suoi rivali dopo averli uccisi.
Il secondo e´Re Cardo (Riccardo?), un re che ha sempre molti pensieri per la testa.
Ecco, adesso cerco un terzo re, perche` i re non sono come i carabinieri, che vanno in giro in coppia, ma sono piuttosto come i Magi che arrivano allÉpifania - questo lo sanno tutti.
Se avete delle idee, sono aperta ai suggerimenti.
Nel frattempo, eccovi un filmato di cui dovrete cercare il senso. In italiano il titolo sarebbe "Io cerco la Titina", ma forse non e´una traduyione appropriata.


IO sono alléstero e mi si e´rotto il pc, ma in qualche modo vi auguro Buona Settimana

12 agosto 2013 - Tecniche fotografiche

Quando ero piccola, immaginavo una linea che partiva dal mio piede, mettiamo dalla punta del destro, e dopo aver attraversato tutto il globo tornava da me a toccarmi il tallone.
Non avevo bisogno di spostarmi fisicamente per viaggiare.


Adesso cerco di applicare lo stesso principio alla fotografia.
A volte, mi piace stare immobile e girare su me stessa per cambiare inquadratura. Oppure, usare lo zoom per andare avanti e indietro - sempre rigorosamente da ferma.
E' incredibile la varietà di immagini che riesci a catturare.
Ammettiamo, ad esempio, di essere su un torrente.

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Puoi spostarti un attimo verso destra, e la tua amica diventa la dea madre delle acque

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Puoi cercare a filo d'acqua il ritratto della scivolosità

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Oppure zoommare ancora un po',cercando un vortice di freschezza

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Però basta un niente a scompaginare la tua calma.
A volte, vedi una cosa bella e non c'è niente da fare.
Se vuoi fotografarla, ti alzi e cammini.

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O Lazzaro!


(Per un commento sonoro:

  )



Buona settimana


Silvana

5 agosto 2013 - Juliet

Secondo la moderna narratologia, l'autore che racconta una storia sa già come va a finire, e se non lo sa è solo un vendifumo: è uno che racconta qualcosa che non conosce.
Il lettore questo lo sa, lo accetta, anzi forse inconsciamente lo vuole.

Con Romeo e Giulietta, io faccio un passo avanti.
So che Shakespeare conosceva la storia. 
So come va a finire. 
Ma ogni volta è come se fosse la prima: spero sempre che succeda qualcosa che salva il finale - ad esempio il messaggero arriva in tempo a avvisa Romeo: Guarda che non è morta Giulietta, ma dorme - e Romeo non si ammazza. 
Oppure Giulietta, risvegliandosi circondata da cadaveri, ci ripensa e dice: Voi siete una manica di matti, e io non mi ammazzo. Sono problemi vostri. Dunque, Giulietta piglia e se ne va in giro per il mondo, a vivere la sua vita di teen-ager bella, scapestrata e anonima.

Invece no: Romeo e Giulietta muoiono sempre. ma proprio sempre sempre SEMPRE.






Mi chiedo: ma ci sarà stata qualche compagnia di attori che, di punto in bianco, ha stupito la platea mettendo in scena un happy-end?
E la platea, come avrà reagito?

E così, quando ci capita qualcosa di inaspettato, nella vita, noi come reagiamo?
Prima ancora: davvero crediamo di conoscere già il finale della nostra storia?
Nel bene e nel male: pensiamo davvero di sapere che saremo sempre infelici in amore? O che saremo sempre felici?
Che saremo sempre poveri? Sempre ricchi?
In base a cosa, poi? Alle statistiche? All'illusione? Alla scaramanzia? All'abitudine?
E dove la mettiamo la forza dell'eccezione?
L'arte si basa sulle eccezioni, e l'arte esiste. 
Inconfutabilmente.

Ricordo di aver studiato la filosofia di Hume, al liceo.
In realtà, non ricordo niente, solo questo concetto decontestualizzato, che però continua a piacermi: Noi pensiamo che il sole sorgerà ogni mattina perché fino ad ora è sempre sorto, ma questo non vuol dire nulla.

E così, non abbiamo mai visto una statua che si muove.
Eppure, magari un giorno la statua di Giulietta si stuferà di venir importunata da turisti di cattivo gusto di tutto il mondo e di tutte le età, e si deciderà a spaccare la mandibola a qualcuno, con un buffetto ben assestato.

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Io ci conto.

Buona settimana


Silvana

29 luglio 2013 - Ronf

      (per la colonna sonora)

Io in genere mi alzo presto, prestissimo, perché sono un'allodola.
Ma ieri sono andata in giro, ho preso un sacco di caldo, sono arrivata a casa tardi dopo un viaggio in treno sulle ferrovie italiane, oggi ha rinfrescato... Insomma: mi sono svegliata tardi e magari me ne torno a dormire.

Ma ho un grande quesito, un grande rovello:


Chi fa la spesa per me?

Buonanotte.


Anzi: buona settimana

Silvana

22 luglio 2013 - Miss? Miss?

La settimana scorsa, girellando per il sito di Repubblica, mi sono imbattuta in questo articolo.

http://www.repubblica.it/persone/2013/07/20/foto/doriana_a_50_anni_la_nonna_pi_bella_d_italia-63366273/1/?ref=HRESS-9#1

Ohibò - mi sono detta - ho quasi l'età di questa nonna. Però non sono nonna. Mi sono persa questa occasione di essere Miss nonna.
Ma se non nonna, che Miss potrei essere io? 
Mi ricordo quello che diceva una mia amica, anni fa. "Non posso pensare di essere nemmeno Miss via Verdi, perché mia sorella è più bella di me: Miss via Verdi è lei!".
IO da ggiovane non potevo essere via Archimede, naturalmente - a me quest'idea non è nemmeno passata per la testa. Ce n'erano così di miss avanti a me, prima fra tutte la mia amica Elisa, che era ed è bellissima.
Forse potrei essere Miss Divano di Casa Mia?
No, perché il mio divano è frequentato anche dalla Mitzi, che in quanto gatta è più bella di tutti gli umani.
Forse, dato il peso che sto raggiungendo, potrei pensare di essere Miss Culurgiones?
No! Qualche giorno fa ho ricevuto una segnalazione sulla signorina Putzu

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 che grazie a una dieta a base di culurgiones, porcheddu e seadas ha ottenuto risultati diversi dai miei, e ha vinto titoli internazionali di Miss Fisicata.

Allora, il mio campo d'azione si restringe. Si restringe sempre più. Si concentra in una sfera di diamante: la consapevolezza della mia unicità, che risiede principalmente nella mia capoccia.
L'unico titolo a cui io possa ambire, insomma, è Miss Silvana D'Angelo, in quanto tale.

Qui, un filmato in tema, da un film carino.


E buona settimana!

Silvana