lunedì 30 dicembre 2013

30 dicembre 2013 - Astrologia e cuspidi

MI piace il gelato. 
Cerco di mangiarlo più spesso che posso.
Cerco di mangiarlo sempre al solito posto - che poi sarebbe GROM - perché lì mi garba più che altrove, e lì ho qualche legame affettivo.
Scelgo quasi sempre gli stessi gusti - che sarebbero pistacchio e cioccolato fondente.
Di tanto in tanto cerco di spingermi verso i lidi ignoti del gusto del mese, o verso la noce o la liquirizia - per rendermi conto alla fine che però io, fondamentalmente, andavo cercando pistacchio e fondente.

Ogni tanto sento Bach.
Le Variazioni Goldberg, ad esempio.
Ascolto l'Aria dell'inizio



e rimango deliziata.
Poi, sopporto con nervosismo tutte le variazioni per poter sentire, un'altra volta, sempre la stessa Aria, che viene ripetuta alla fine.

Insomma, in questo periodo di incombenza astrologica posso dire che la colpa è del mio segno: io sono del Toro. Una tipa stabile, fin quasi inerte. Che ci vuoi fare?

Però non sono del tutto del Toro. 
Sono nata poche ore prima che cambiasse il segno.
A essere precisi, io sono una cuspide Toro-Gemelli.
Epperò!

Questo vorrebbe dire che la pesantezza del primo segno è alleggerita da qualche elemento del secondo, più aereo e guizzante.
Cosa comporta questo, nella mia vita?

Prendiamo come esempio le mie vicissitudini con la lavatrice.
Sono stata tre mesi con la lavatrice rotta, per aspettare che ne mettessero in offerta una come volevo io nel posto che dicevo io.
Testardaggine e resistenza taurina.
La mia lavatrice, alla fine, è arrivata dove doveva arrivare, e venerdì scorso sono andata a comprarla.
La consegna era fissata per il 2 di gennaio.
Ma stamattina mi hanno telefonato i trasportatori, proponendomi di portarmela SUBITISSIMO!
E io, che sono anche un po' gemelli, ho considerato i pro e i contro e ho modificato i miei piani per la giornata e come un fulmine ho detto SI'!

Ma tutta questa storia così banale perché l'ho raccontata?
Per dire che alla fine non ho sopportato il cambiamento di programma: avevo stabilito di scrivere tutt'un'altra mail del lunedì, piena di riflessioni profonde e stupefacenti che avrebbero cambiato il senso della vita a chiunque le avesse lette.
Ma poi sono rimasta scombussolata, mi sono lasciata prendere dalle gioie del bucato nuovo, 

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e la mail tanto impegnativa l'ho rimandata a data da stabilirsi, magari a mai più.

Quindi, alla fine, che cosa sono io, più Toro o più Gemelli?
No perché, dico, io adesso quali previsioni per il 2014 seguo?
E' un dubbio atroce...

In ogni caso, buona settimana! 

P.S.: e naturalmente Buon Anno, a qualsiasi segno voi apparteniate.

Silvana

lunedì 23 dicembre 2013

23 dicembre 2013 - Degustibus

Conoscevo una tipa, qualche anno fa, molto sicura di sé e molto generosa delle proprie opinioni (un po' come me nelle mail del lunedì...), che sotto Natale diceva: "In questi giorni devo dormire con la tapparella abbassata, perché mi disturba il riverbero da fuori. Vivo in un cortile di gente stupida e ignorante che accende un sacco di luminarie sul balcone. E più sono stupidi e ignoranti, più accendono lampadine. E meno hanno soldi, più li sprecano in decorazioni natalizie. Che idioti!".

Non so dove abitasse lei - di fatto, a me le luminarie piacciono tutte.
Che siano quelle allestite dagli stupidi e ignoranti cugini d'Oltralpe


o che siano discrete e minimaliste, stile crisi D.O.C:: un giro di lampadine attorno a un balcone, come un filo di perle al collo, e se il filo si imbarca, diventa il sorriso dell'appartamento

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Però confesso di odiare i Babbi Natale appesi.
Quando ne vedo uno, andrei di corsa a prendere la spingarda per impallinarlo.


Chissà da cosa dipende la varietà dei gusti e delle passioni, negli esseri umani.
Ci rende tutti diversi, così ci annoiamo di meno, ma soprattutto fornisce alla nostra coscienza la consapevolezza di noi stessi.
Io, Silvana, so di essere quella che ama le lucine colorate e odia i Babbi Natale appesi.
Forse per questo parliamo di cosa ci piace o non ci piace con tanta energia.

Ma agli altri importa veramente se noi non sopportiamo la marmellata di arance?

La nostra mamma conosce i nostri gusti perché ci ama profondamente.
Quando mia madre non mi mette i capperi nella pastasciutta perché si ricorda che a me non piacciono, io mi commuovo (negli anni ho imparato ad apprezzarli, ma lasciamo perdere, non confondiamo le idee agli anziani).

Un sogno di felicità: qualcuno che mi ascolta estasiato mentre racconto: "Da piccola le mele bianche mi facevano vomitare. Adesso le preferisco alle rosse. Quelle verdi mi ricordano lo shampo e non posso più mangiarle. Ma l'unica cosa al mondo che davvero non riesco a mandare giù è il coriandolo!".

Un altro sogno di felicità: provare un interesse fortissimo per quello che piace a un altro.

Davvero? Preferisci il panettone al pandoro?
Ma guarda...
E però lo vuoi senza uvette, con le arance candite e una spolverata di cacao aromatizzato alla cannella?
Ma questo è INTERESSANTISSIMO!!!!

Insomma, per concludere: l'inno di Natale ve lo canta Rufus, anche se non vi piacciono i cani


E qui la ricetta dei datteri al mascarpone.
Se non l'apprezzate, prendetevela con la Grazia, che me l'ha passata:

Prendete un dattero, Togliete il nocciolo e riempitelo con del mascarpone zuccherato.
Poi, rotolatelo nel cacao amaro - ma che sia Van Houten.
Ripetete molte volte con molti datteri.

Buona settimana!

Silvana

lunedì 16 dicembre 2013

16 dicembre 2013 - Prospettive

Ieri sera ho aspettato diverso tempo di cantare col coro in una chiesa della mia città. Stavo seduta in una cappella laterale, e godevo di questa vista singolare:

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Non avevo mai considerato l'esistenza della pianta dei piedi degli angeli.
E però i piedi degli angeli mi piacciono: sono belli, fanno tenerezza. Di sicuro non puzzano mai.
Ieri sera ho aspettato un paio d'ore di cantare col coro, e me la sono davvero goduta.

Anni fa ho incontrato questa dama con gatto, che vive su un ponte che va verso il centro di Lubecca.

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Dalla strada non si capisce se il gatto abbia davvero una faccia, o no. In effetti, lo scultore avrebbe potuto fare a meno di scolpirla, perché dalla strada non si vede: per verificare bisogna arrampicarsi sul parapetto, e pochi prenderanno questa iniziativa (io l'ho chiesto a una amica più atletica di me...).
A una verifica, risulta che il gatto una faccia ce l'ha, anche se non è particolarmente bella.

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Però è simpatica, e mi piace considerare che lui ha occhi solo per la sua signora, che la sua signora è l'unica che può vederli, e che la dama adesso guarda altrove, ma in realtà corrisponde pienamente il suo piccolo amico, e guarda molto spesso il suo micio negli occhi.

E a volte mi faccio il mio film dell'orrore personale.
Immagino di essere in un grande museo, e di mettermi a guardare una qualche famosissima opera - la Ronda di Notte di Rembrandt, per fare un esempio - di lato.
Se penso alla sezione laterale dei quadri, la mia mente vacilla.
In un secondo, tutti gli sforzi che l'umanità ha fatto nel corso dei secoli alla ricerca di un senso viene inghiottita da una semplice rivelazione: i quadri non hanno senso, sono semplicemente uno spessore di colore su una tela.
E crolla il Partenone, ammutolisce il coro della nona di Beethoven, marciscono i folios delle opere di Shakespeare, mangiati dalla muffa.

Fortunatamente, però, Calder si è dedicato ai mobiles, che sono tridimensionali!





Ad ogni modo: ieri sera abbiamo cantato questo



e questo



Natale si avvicina inesorabile.


Buona settimana!


Silvana

lunedì 9 dicembre 2013

9 dicembre 2013 - Zwi, mein amour!

Non ho fortuna con i lampadari.
Non ho fortuna e non ho gusto.
Vivo da anni sotto un lampadario da quattro soldi che prima è diventato irrimediabilmente lercio,e adesso è anche un po' rotto.
Ne ho comprato uno nuovo, che però pare non si possa appendere al posto dell'altro.
Continuo a vivere sotto un lampadario rotto, e fondamentalmente per me non è un problema - visto che funziona.

Ma qualche giorno fa ho capito dov'è la radice del problema.
E' che la parola "lampadario" non mi piace. Anzi, mi fa un po' ribrezzo.
"Lampadario" è la parola più squallida e amorfa che ci sia. Perché sprecare energia in un "lampadario"? Basta che dia luce, e vada al diavolo.

Diverso sarebbe se, al posto del lampadario, anche qui in Italia fossimo illuminati dagli chandeliers. 

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Chandelier della chiesa di S. Michele, a Cagliari


Anche un "lustre" andrebbe bene, ma sotto uno chandelier possono accadere solo cose bellissime:



Il fatto è che molti oggetti, e molti concetti, in altre lingue sono espressi con parole più sonore, più evidenti e più belle.
Si può costituire un esperanto unicamente in base a questo criterio? Un esperanto estetico? Un esperanto di espressività?

Un altro esempio: un paio di anni fa ho fatto una testa di cervo in ceramica. E' uno dei pezzi a cui sono più affezionata. 
Un po' perché ha una sottile crepa sul muso, che mi fa molta tenerezza. Ma soprattutto perché l'ho chiamato Zwi.

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Zwi vuol dire cervo, in ebraico. 
E il suono della parola moltiplica la bellezza del significato, e la bellezza dell'animale potenzia la bellezza del suono della parola.
Anni fa ho letto questo bellissimo libro

 

Uno dei personaggi si chiama Zwi.
Ed è, giustappunto, un ragazzo bellissimo e affascinante, che trascina in un amour fou un povero impiegato di banca.
E come non si può cadere follemente innamorati di un bellissimo Zwi?

Stiamo attenti, però.
L'incantesimo non funziona sempre.

"Jabalì" è una parola spagnola che a me piace molto. Ha un bellissimo suono.

Però un jabalì non me lo porterei mai a casa.

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Magari sotto forma di salame... Ma neanche tanto.

Buona settimana!

Silvana

lunedì 2 dicembre 2013

3 dicembre 2013 - Ritardi, dimenticanze, distrazioni, dislalie, inciampi, lapsus, sbagli

Nel caso vi sbagliaste a fare qualcosa, o foste presi da dimenticanza o da un attacco di accidia, potete sempre dire: "Ho fatto apposta, volevo solo vedere se te ne accorgevi!".

Lettura consigliata:


Mi chiedevo poi che posto avessero le piccole mancanze di ogni giorno nel'arte, ma non mi viene in mente nulla.
L'arte è una costruzione formale, non c'è posto per i banali errori.
Piuttosto, per il loro superamento:



Comunque, buona settimana!

Silvana