lunedì 25 maggio 2015

25 maggio 2015 - Vilnius photo reportage

Per il giorno del mio compleanno, avevo deciso di fare un viaggio.
Secondo me, dai viaggi ci si aspetta sempre un po' un miracolo.


http://turistipercaso.it/alla-ricerca-della-stebuklas/poi/

Quindi, ho preso il volo e ho aperto gli occhi.



Sono andata a Vilnius

A Vilnius ho visto tanti angeli.
C'erano angeli all'ingresso del quartiere degli artisti


e anche all'uscita.



Angeli abitavano nei negozietti di souvenir,


e, naturalmente, nella cappella della cattedrale.

Questo aveva proprio una faccia simpatica!


Stavano nel cortile dell'Università,

e in cima ai tetti della via dello shopping.


Ho visto altre creature fantstiche.

C'era un cane con gli occhiali,


il crudele Uomo di Sassi, rinchiuso nella sua prigione,



e l'albero di trenta piani di cui cantava Celentano.



Ho voluto vederlo da vicino, così ho scoperto come ha fatto a diventare tanto alto:


nel suo petto batte un cuore di luce.

Ho fatto dentro e fuori per i luoghi di culto di ogni professione


e già che c'ero ho chiesto una mano alla Madonna dell'Aurora.
Proviamo anche con Dio, non si sa mai - cantava Ornella Vanoni.



Ho visto un arcobaleno sul tetto della Sinagoga, e ho sperato nel buon tempo.



Invece no. Ha piovuto. Anche forte.



E non mi sono sentita né serena né contenta.
Non mi guardavano i gatti. Non mi guardavano gli orsi dipinti sui muri,



soltanto i fantasmi, dalle vecchie case del ghetto.



Ho capito, una volta di più, che il mazzo di carte che mi han dato alla nascita è truccato



e ho patito l'immane fatica delle mie giornate senza miracoli.


Avevo creduto di poter cambiare pelle

Vestiti vecchi che ho abbandonato lassù
e invece mi sono ritrovata sempre uguale a me stessa: sempre sola, sempre più avanti negli anni, costretta a farmi le foto da me.

aka Vivian Meier



Però non sono riuscita a vedere tutto quello che volevo.

Ad esempio, non ho fatto a tempo a visitare la casa del poeta.

Adam Mickiewicz

E lasciarsi qualcosa di incompiuto alle spalle mi dà come la sensazione di avere tempo davanti, per poter tornare a rifare tutto daccapo.

D'altronde, i poeti con le loro case sono ovunque, nel mondo.
Si nascondono nei posti più impensati.
Ci rivelano l'invisibile. Magari per un attimo soltanto. 
Accendono piccole idee nuove, che sono come lucine ardenti


La notizia buona, al momento, è che posso partire un'altra volta, e ho ancora gli occhi per guardare.


Quindi, buon viaggio.

E buona settimana.

Silvana

sabato 16 maggio 2015

16 maggio 2015 - Mi mancherai? Vi mancherò?

Care tutte più uno,

lunedì avrò problemi tecnici.
Non vi dirò buona settimana.

Per passare il tempo, in alternativa alla mia mail, potrete guardare questo:



oppure altri animali che mi piacciono di più: gatti


o insettini

https://www.youtube.com/results?search_query=minuscule

L'importante è che mi pensiate con benevolenza e mi mandiate tante tante vibrazioni positive!
Mi mancherai? Vi mancherò? Cantavano Susanna e il Conte nelle Nozze di Figaro (ben due versioni!)






Chi lo sa...

E per questa volta, Buona Domenica e non 


Buona settimana!

Silvana

lunedì 11 maggio 2015

11 maggio 2015 - Le grand mystère de La Grande Jatte de Seurat

Quando entro nel parco, sulla strada che mi porta al lavoro, spesso incontro due signore che aspettano.
Aspettano per lavoro.


Lascio perdere tutte le considerazioni – meschine, fuori luogo, banali, irrispettose – al proposito, per limitarmi a dire questo: se fossi una loro collega, e non una bibliotecaria, dovendo proprio aspettare, anche a me piacerebbe aspettare qui.




Non ho mai avuto modo di scambiare una parola, con loro. Una volta mi hanno chiesto che ora fosse, e gliel'ho detto.

Una decina di giorni fa, però, un po' più in là rispetto al solito punto, ho incrociato una loro collega più giovane.
Era al telefono, e all'incirca diceva: “Sì, perché così è fatto uomo. In amore così va. Io ho capito. Questo ti consiglio...”
Purtroppo non ho avuto modo di sentire altro, ho dovuto pedalare via. Ma quanto mi sarebbe piaciuto restare a sentirla!
Di certo, questa ragazza deve averne viste di cotte e di crude. Deve avere un'esperienza molto più vasta della mia. E se è una persona in grado di elaborarla, questa esperienza, chissà quanto avrei imparato della vita, ascoltandola, chissà quanto sarebbe stato interessante starla a sentire. Molto più interessante, ad esempio, che stare a sentire Dacia Maraini – una signora scrittrice che apprezzo e rispetto e stimo, ma che non ha mai risvegliato in me l'entusiasmo dell'ascolto.
Quanti punti di vista interessanti mi sono persa, al mondo, perché non ho il dono di suscitare le confidenze altrui. Forse, anche per questo non sono mai diventata scrittrice.

Quando sono a casa da sola, ho sempre la televisione accesa.
Non è detto che guardi, non è detto che ascolti. Ho bisogno del rumore di fondo.
In genere, mi sintonizzo su 



A me Rai5 piace molto, anche se trasmette a manetta sempre le stesse trasmissioni.
Non intendo dire: trasmette sempre documentari sull'arte. No. Trasmette sempre lo stesso documentario sull'arte! O quasi.
E così qualche giorno fa, mentre lavavo due tazze, facevo una collanina all'uncinetto, leggevo una mail, mi grattavo la capoccia, leggevo due pagine di romanzo, pedalavo sulla cyclette e mi dedicavo ad altre amene attività, ho ri-sentito un documentario sulla Grande Jatte di Seurat, conservato al Chicago Art Institute.




Tra i piccoli misteri legati a quest'opera, illustrati nel corso del documentario uno in particolare mi ha colpito.
Seurat ha disseminato la tela di piccole macchie bianche, di cui nessuno ha ancora capito la natura.
Caspita! mi sono detta.
Ma dove vive la stirpe dei critici e degli storici d'arte?
Dove si nasconde in giorni come questi,

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nelle biblioteche a studiare?
Nei musei a guardare?
E a Parigi, nella bella stagione – nella stagione della fioritura dei pioppi -, non ci sono mai andati?
Non sono allergici?
Non si grattano il naso? Non tossiscono? Non starnutiscono, perché questi semini volanti gli si cacciano su per le nari?


Chi lo sa.
Forse, a Chicago non hanno pioppi.

Certamente, questi critici non erano bambini con me, nel mio cortile, e non hanno aperto la mano quando una nuvoletta bianca planava accanto a loro, ripetendo il mantra “Chi trova una piuma ha la fortuna!”, nel tentativo di afferrarla – per lo più vano.

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​Molto difficile anche fotografarli, ve lo assicuro!


Io, invece, l'ho fatto, e ho trovato la soluzione di questo piccolo mistero della storia dell'arte.
Che soddisfazione, capire una cosa che altri non hanno capito.
Quanto è utile l'esperienza.

Buona settimana!


Silvana

lunedì 4 maggio 2015

4 maggio 2015 - Errata-corrige, ripresa e conclusione

La settimana scorsa ho fatto un errore.
Dopo aver parlato di Mozart, ho copiato una seconda volta il link della danza marocchina.
Dunque rimedio: l'adagio del concerto per pianoforte n. 23 lo trovate qui


Questo contrattempo mi permette di riprendere il tema di lunedì scorso, che ho chiuso con troppa precipitazione.

Avrei voluto parlare anche degli altrove personali che può capitare di crearci per mitizzazione spontanea.
Ad esempio, quando io ero adolescente nutrivo una strana passione per l'arcipelago britannico - che fosse Inghilterra o Irlanda o Scozia non faceva differenza. Mi bastava aspirare a una lontananza.
Ma lascio la parola al poeta che ero, non c'è bisogno di spiegazioni ulteriori.

L'Irlanda mi serve
per gettare la mia anima
sempre più lontana.
Su quella terra
come carne senza pelle
si scioglie il tempo,
sfuma la distanza.

Poi, sono stata in Inghilterra e ho fatto tante pulizie, senza incontrare nessun Principe Azzurro.
In Irlanda sono caduta dalle scale del bus.
Ma non posso recriminare niente: mica me l'ha chiesto l'Arcipelago, di mitizzarlo. Ho fatto tutto da sola.


​Sottobosco irlandese

Mi è capitato poi, periodicamente, di eleggere degli altrove sentimentali in base ai miei innamoramenti.
Ad esempio, ho pensato di avere nella Toscana una specie di seconda patria per diversi anni.
Ora come ora, ora che la mia situazione affettiva è radicalmente cambiata, ho diritto io di sentirmi in esilio, come Dante?

G. di Paolo, Le profezie di Cacciaguida.
Immagine da Google

E' ragionevole che mi venga da pensare "Ma vaff..." ogni volta che il mio orecchio coglie la parlata di quelle parti?


No, non è ragionevole.
Però lo faccio lo stesso.

Nel corso della mia vita, ho conosciuto persone che anelavano con ogni fibra del proprio essere ad andarsene da Milano. 
Avevano un senso dell'altrove fortissimo, e hanno cercato con maggior impegno di me di realizzarlo.
Così, innamoratami perdutamente di una specie di skipper, per qualche mese della mia vita ho fatto parte di un progetto di traversata dell'Atlantico su una barca a vela di metallo autoprodotta.
Un progetto che, nato da una mente meno tenace e abile di quanto pensassi, è naufragato molto, molto prima di venire messo in atto.
Ma non ho rimpianti al proposito. So per certo come sarebbe finita.


Il capitano meritava meno fiducia di Schettino.

Qualche anno dopo, ho di nuovo sfiorato la possibilità di andare a vivere lontano da Milano.
Questa volta, mi ero creata la possibilità con le mie stesse mani: ho vinto l'ultimo concorsone per l'insegnamento, e mi hanno proposto una cattedra in provincia di Sondrio.
Stavo già per abbracciare la mia nuova vita montanara - avevo trovato una camera in affitto, avevo comprato la valigia etc. etc. - quando il Provveditorato mi ha proposto un'altra cattedra, in un'altra categoria dello steso concorso. 
Questa volta, nella provincia di Milano.
Dunque, montagna addio.


Sono andata a Francoforte - cioè, intendo dire, sono rimasta a Milano.

Quindi, considerando quanto deboli si siano rivelate le mie aspirazioni per l'Altrove, e quanto fortemente in realtà sembri essere legato il mio destino al luogo dove sono nata,

Vecchia cartolina


e considerando la mia passione per la luce, che cerco e studio e bevo come fosse acqua quando ho sete, ovunque io mi trovi, 


qualche giorno fa la mia mente è stata folgorata da un'illuminazione, e sono giunta a una conclusione su me stessa.

In realtà, io sono un albero.



Ve ne eravate accorti, voi?





Buona settimana!


Silvana