In uno di questi alberi si scorgeva un nido.
Vedere i nidi degli uccelli tra i rami spogli mi fa sempre impressione.
Mi sembrano le idee dell'albero messe spietatamente a nudo dalla brutta stagione.
Mi sembra una violazione dell'intimità degli uccelli. L'ennesima dimostrazione che gli animali sono inermi, di fronte alla natura e di fronte all'uomo.
Come gli stessi uomini, d'altronde.
Invece, quel giorno ho immaginato di essere un uccello tra i rami, e ho pensato che avere per me lo spazio dell'albero è proprio una gran bella cosa.
Una bestiola così piccola ha bisogno di sentirsi protetta e nascosta in una nuvola di stecchi e foglie, mi sono detta.
E invece gli uccellini, in barba a noi, hanno le ali, e sono padroni del cielo.
Sono minuti, ma possono vivere emozioni di spazio infinito.
Davvero hanno bisogno di spazi piccoli?
Lo stesso i bambini.
Hanno lettini piccini, vestitini, seggioloni che poi sono seggiolini, e box e passeggini e gli abbracci dei genitori e tante altre ristrettezze. Però sono animaletti sul bordo di spazi immensi.
Tutte quelle parole e quelle cose da imparare... E tutta quella gente da conoscere, le emozioni da scoprire. Tutti quei giorni. Tutta quella vita.
E i vecchi, nei loro viaggi sempre meno avventurosi, nelle passeggiate sempre più brevi.
I pensieri più limitati. I giorni quasi contati.
Ma con un altro infinito davanti.
E tutti noi, che crediamo di poter fare mille cose e viaggiare ovunque, nel mondo, mentre invece saltelliamo tra i rami del tempo, che ci spinge da un'età all'altra - tendenzialmente contro il nostro volere.
Cosa è grande? Cosa è piccolo?
Chissà...
Buona settimana!
Silvana