E' stato un bel viaggio.
Con la mia amica Sophie, in quell'occasione, ho girato intorno a Notre Dame. Senza entrare.
La luce era nordica, cangiante, grigio-azzurra, e sotto il trascorrere delle nuvole sembrava che la Cattedrale si fosse messa a danzare.
Quando ho saputo che Notre Dame era in fiamme, qualche mese fa, sono rimasta scioccata.
A parte il piccolo rimpianto personale di aver perso poco l'ultima occasione di visitarne l'interno, ho avuto la fortissima sensazione che stesse bruciando una Grande Madre della nostra civiltà.
Dunque, ho dormito sul divano di fronte alla televisione accesa sul canale delle notizie.
Una specie di piccola veglia personale.
Strano a dirsi, dopo la prima reazione emotiva violenta, mi sono abituata all'idea di una Notre Dame menomata. O, per meglio dire, non ho più pensato a questa perdita.
In fondo, storicamente le cattedrali nascono e muoiono.
Vengono inaugurate, poi bruciano, o sono demolite, vengono restaurate... Anche loro, come noi, sono organismi viventi. Forse perché sono opera nostra - e quindi come noi subiscono i colpi del destino.
D'altronde, anche le multinazionali hanno dimenticato i milioni promessi per la ricostruzione.
Mi pare d'aver capito che alla fin fine quelli che hanno versato offerte per la ricostruzione sono i provati cittadini.
Qualche giorno fa Andrea Camilleri si è sentito male ed è entrato in coma.
A quanto ne so, ancora adesso sta dormendo.
MI è subito venuto in mente il paragone con Notre Dame.
Camilleri, il nostro piccolo padre, quello che in tutti questi anni ci ha divertito, ci ha indicato con naturalezza la cosa più giusta da pensare in questo mondo sempre più difficile.
Nonostante la sua età veneranda, non mi è mai venuto in mente che potessimo perderlo. La nostra garanzia di civiltà in carne ed ossa.
Sto leggendo una raccolta di racconti di Montalbano.
Spero che la mia lettura funzioni come un mantra, come una di quelle preghiere che tengono in vita il mondo nella mente di Dio che dorme.
Spero che tutti quelli che amano Camilleri stiano leggendo un suo libro.
Nelle storie di Montalbano si ripete regolarmente il risveglio dell'eroe.
In tutti i romanzi - credo - il nostro commissario apre gli occhi al giorno: a volte ristorato, a volte accaldato, a volte con lo stomaco ancora in disordine, o magari risentito per una lite con Livia.
Naturalmente, io non so nulla dello stato di salute di Camilleri - presente o futuro.
Spero che il mantra del risveglio possa funzionare. Che l'Autore si rialzi insieme a Montalbano, e torni tra noi.
Oppure, meno egoisticamente, spero il meglio per lui.
IN ogni caso, ho la certezza banale che continuerà a vivere tra noi nella cattedrale di parole che ci ha lasciato. Anche se mi mancherà la trasparenza con cui ha sempre visto ed indicato la scelta più umana e più giusta da compiere, in ogni occasione.
Capitano, nostro Capitano.
Buona settimana!