Non studio le guide, non guardo le foto, non interrogo google.
In fondo, credo che un metodo valga l'altro.
La vera ragione, lo so, è che sono diventata molto pigra, ma diciamo che vado in un posto e dico "Sorprendimi!".
Così, è successo che nel corso di un viaggio nella Spagna del Nord, ho scoperto le grotte della Cantabria
Visitare una grotta preistorica con dipinti rupestri si è rivelata un'esperienza molto più emozionante di quanto credessi.
La guida ci mostrava le varie tipologie di "affresco" che si possono incontrare - le impronte delle mani in positivo o in negativo, i segni geometrici, le immagini figurative di animali - e ci spiegava che non possiamo capire. Non possiamo sapere.
Possiamo solo formulare ipotesi sul loro significato.
Quindi, io non so - come chiunque altro - se i nostri antenati dipingessero i bisonti sulle pareti delle caverne per adorarli, o per procacciarsi magicamente una caccia fortunata, o perché li trovassero belli.
Immagine da google
So che quando la nostra guida ci ha fatto notare che l'antenato aveva approfittato di una sporgenza della roccia per conferire tridimensionalità al suo dipinto, con mia grande sorpresa mi è venuto da piangere.
Qualche settimana fa sono andata a vedere un certo film in un certo cinema.
Questo cinema sorge accanto a un asilo - e io, quando gli passo accanto, spio sempre nelle sue finestre, che sono a un livello più basso della strada.
E ho pensato: guardare giù nel mondo dei bambini è come scendere in una caverna per guardare il mondo dei nostri antenati preistorici.
La preistoria dell'uomo è durata un milione e mezzo di anni.
La scrittura e la "coscienza" sono una novità degli ultimi cinquemila anni - cioè degli ultimi istanti.
Eppure, del nostro lungo passato non ricordiamo più niente.
Anche della nostra infanzia, in fondo, ricordiamo poco.
Scriviamo testi per bambini,
cerchiamo di dipingere come bambini,
mettiamo al mondo bambini (non tutti), e la loro vicinanza ci aiuta a comprendere.
Ma non possiamo più tornare indietro.
Buona settimana!
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