lunedì 25 settembre 2017

25 settembre 2017 - Garbatella del Nord

Leggevo in internet che se senti dei gran momenti di pace interiore e si moltiplicano, nella tua vita, le coincidenze, ciò è segno che stai passando a un livello superiore di consapevolezza spirituale. Ti stai avvicinando al Nirvana.

Escludo di essere più vicina al mio Nirvana. Non provo inaspettati momenti di grande serenità.
Però ho avuto esperienza di una bella coincidenza, giusto ieri.

Ero a Bolzano.
Sono andata a farmi viziare dalla mia amica Marina - un'ottima viziatrice, che qui ringrazio e saluto.

Inline image 1
Una prospettiva rispettosa della privacy

Ce la siamo contata su, abbiamo ben mangiato e ben bevuto, ma soprattutto siamo andate in giro per la contrada - e molto professionalmente, perché Marina, tra le tante cose è anche guida turistica.
Ieri mi ha mostrato due edifici molto interessanti del suo quartiere.
Uno era questo:

Inline image 2

Si tratta di una delle poche casette semirurali sopravvissute nel quartiere Don Bosco.

Io non so se esistano gemellaggi tra quartieri, ma forse dovrebbero inventarli, perché la storia del Don Bosco, almeno agli inizi, è affine a quella del Rione Storico della Garbatella a Roma, di cui ho scritto qui


qualche mese fa.
Quanto però è stata diversa la fine di questi rioni, nelle due diverse città!
Costruito anch'esso negli anni '30 allo scopo di ospitare operai arrivati da ogni regione per dar vita alle opere di industrializzazione dell'epoca, il quartiere bolzanino ha subito pesanti opere di demolizione negli anni '80. Oggi, al posto delle quadrifamiliari con orto sorgono caseggiati simili a quelli dove da sempre abito io, nella periferia milanese.
Una delle poche semirurali sopravvissute - quella di cui sopra - è oggi una casa-museo, impregnata di nostalgia e tenerezza.

Mi stupisce sempre come si possa provare nostalgia per un passato che non abbiamo mai vissuto.
Per il passato degli altri.

Inline image 3

Inline image 4

Inline image 5

Inline image 6
Modellini delle casette

Inline image 7

E mi chiedo: come mai la Garbatella è rimasta viva e vegeta, e anzi è zona ambita e abitata da personaggi persino famosi, e sembra aver conservato il suo spirito popolaresco e vitale, che si percepisce anche a passeggiarci per qualche decina di minuti - mentre il Don Bosco è tanto cambiato?

Ha senso pensare che esista un kharma delle città, e che quello di Roma sia di produrre e conservare bellezza, magari selvaggia e sguaiata e caotica, magari anche proprio malgrado, mentre il destino di questa zona di Bolzano è distruggere se stessa?
Ne siano prova i resti del secondo edificio visitato in zona: il monastero degli agostiniani regolari di Au,

Inline image 8

funestato diverse volte dalle piene dell'Isarco e dell'Adige, finché dopo l'ultima inondazione, devastante e definitiva, gli agostiniani si sono trasferiti in contrada Gries.

Marina dice di no, che tutto dipende dalle persone. 
Roma, ad esempio, poteva contare sull'architetto Piacentini.

E su chi può contare Bolzano?

Ad esempio su Carla, che ho conosciuto l'altroieri.
Lavora all'Archivio Storico di Bolzano, ed è colei che più di tutti si è prodigata perché venisse allestita la casa-museo dei vecchi lotti.
Grazie, Carla.

E poi, sulle montagne.
Perché se anche quella zona assomiglia un po' troppo alla mia periferia milanese

Inline image 9

a guardare tra i palazzi si vedono sempre le montagne.
E questo è privilegio e garanzia di bellezza di lunga, lunghissima durata.


Buona settimana!


Silvana



lunedì 18 settembre 2017

18 settembre 2017 - Reportage fotografico: il luogo di lavoro

Quasi dieci anni fa ho conosciuto Eva.
Da quasi dieci anni ci siamo simpatiche, ci sentiamo affini, ci scriviamo e ci seguiamo.
Purtroppo, non ci vediamo mai.
Lei vive a Carrara. Io a Milano, e dopo l'occasione in cui ci siamo incontrate, non ci è più capitato di incrociarci.

Questa è l'assurdità del nostro umano vivere: Eva è lontana, mentre ci sono persone cui sono antipatica e che io detesto - e quelle le vedo quasi ogni giorno.

Le persone che non amiamo e che frequentiamo senza via di scampo, per me come per tutti, in genere si chiamano: colleghi (o colleghe, a seconda del caso).

Da diversi anni, ormai, desidero liberarmi di questa molestia.
Da tempo immemorabile accarezzo l'idea di chiedere trasferimento dalla biblioteca dove lavoro adesso.
Nella realtà dei fatti, non sono mai passata all'azione.
Come sarà mai possibile? Ci si potrebbe chiedere. In effetti, sopportare un disagio e non fare niente per liberarsene non è da tutti.
Come fare la Stramilano con un sasso nella scarpa.


Dunque, è vero che io sono lenta di comprendonio, e prima di capire che alla radice del mio male stavano certe colleghe ho impiegato parecchio tempo.

Poi, non posso negare che altri bibliotecari che lavorano con me sono bravi, simpatici e anche amichevoli. Come trascurare il loro valore, nella mia vita?

Ma come si ragionava con un'amica-collega anche lei semiscontenta, la vera ragione che ci ha trattenuto in questo luogo è proprio lei: la Villa.
La bellezza della nostra biblioteca.

Di cui a seguire vi mostro qualche esempio.


Siamo in un bellissimo parco



​Il glicine



​Lo scalone col suo bruco di luce

Inline image 2
Il didietro

Inline image 3
Il davanti

La luce nel Salone


​Le finestre da cui proviene

Io penso: una volta, per la gente umile, l'unico modo per frequentare una villa "di Sciur" era entrarci come servi.


In questi giorni, io ci sono entrata come bibliotecaria.
D'altronde, tanti anni fa, al momento dell'assunzione il direttore del Settore, nel suo discorso di benvenuto, ci aveva definito "gli infermieri della cultura".
La Biblioteca vista come ospedale...

E per tornare al tema del trasferimento: una volta avevo detto che, per viaggiare dalla Germania alla Polonia, si poteva vivere a Breslau, stare fermi, e aspettare che col tempo Breslau diventasse Wroclaw.

Oggi posso affermare: se vuoi liberarti di colleghe avverse, puoi cercare di andartene.
Oppure, aspettare che il trasferimento lo chiedano loro.

Perché - COLPO DI SCENA! - così è stato!
Le belle signore vogliono lasciare Villa di Delizia.

Aspetto di vedere chi verrà al posto loro.


Buona settimana!



Silvana



lunedì 11 settembre 2017

11 settembre 2017 - Happy end

A me piace quando, alla fine di certi film, si può leggere cosa sarà dei personaggi, più avanti, nel corso della loro vita, grazie a delle scritte in sovrimpressione.
E' come se la storia che hai visto fino ad ora acquistasse uno slancio verso il futuro, una dimensione in più. Una nuova luce.


Un esempio: Il Ponte delle Spie, di Spielberg

Il finale dopo il finale viene svelato e il film prosegue, nella tua testa.

A volte questo capita anche nella vita vera.
Ad esempio: vi ricordate il cagnetto Paolino?

Ebbene, venerdì scorso io e la mia socia che si è occupata della diffusione del volantino

Inline image 1

siamo state contattate da certe signore, volontarie cinofile, che hanno notato l'annuncio corrispondente della famiglia che aveva smarrito il proprio cane e hanno fatto due più due.

Dunque, Paolino non è Paolino, ma Billy.
E immagino che adesso sia già coccolato e vezzeggiato a casa sua.

Scrivevano i tragediografi greci che nulla si può dire della storia di uomo finché non se ne conosce la fine.
Lo stesso cantava Paul Simon: 


più scivoli via, e meglio conosci la tua destinazione.
Il tuo destino.
Quello di Billy, evidentemente, era di passare l'inverno al calduccio nella sua casa di sempre.

Naturalmente, sono felicissima per lui!
Però, questo fortunato ritrovamento ha interrotto un film che girava da quasi un mese nella mia testa, in cui io e la Titina in qualche modo imparavamo a vivere in tre, con un animale diverso da noi nella nostra casa.
E per meglio farmi il film, diverse volte sono stata sul punto di fermare i padroni al guinzaglio, per strada, per chiedere: "Ma mi dica: avere un cane com'è?"


Questo elemento di differenza, di novità, anche solo ad immaginarlo, proiettava una luce di cambiamento positivo su come io percepisco la mia vita.

D'altronde, il cambiamento "Paolino" continuava a non verificarsi, e tanta energia mentale se ne andava inutilmente, come l'acqua da un rubinetto aperto.

Ma adesso, Paolino è tornato ad essere Billy, e tutto è finito.

Allegriaaaa!


Inline image 2

Devo dire: Paolino era un nome molto, molto più bello.



Buona settimana!


Silvana


lunedì 4 settembre 2017

4 settembre 2017 - Consigli di lettura nell'età che cambia

Molto spesso, quando racconto che sono bibliotecaria, il mio interlocutore mi risponde, con espressione estasiata: "Che bello....! Chissà quanti libri leggerai!"
In realtà sì, leggo abbastanza, ma - come tutti i bibliotecari - a casa mia.
Sul lavoro non ho né tempo né modo di farlo.
Guarda un po': arrivano di continuo certe persone che mi disturbano senza tregua, chiedendomi di fare delle cose per loro.

E' vero, quello della bibliotecaria non è un lavoro così pesante. Se avessi voluto fare un lavoro molto pesante avrei scelto la miniera.

https://www.youtube.com/watch?v=ZF2ChSxYjv4

Il più delle volte non ho nemmeno a che fare con utenti particolarmente problematici. D'altronde, non sono un'assistente sociale. Non ho scelto questo.

https://www.youtube.com/watch?v=faeEnoYcT7w

Ma lavoro al pubblico, che è sempre stressante. Tant'è vero che periodicamente ci fanno frequentare i corsi di diplomazia e sopportazione.
E però...

Però alcuni utenti non sono niente male!

Alcuni sono simpatici individualmente, e mi è capitato di fare delle belle amicizie.

Inline image 1
Ecco a voi N. F. !

Altri sono simpatici come categoria, e forse la mia preferita è quella delle delle vecchiette gentili.

Non mi dilungherò qui su quanto alcune signore mature siano eleganti dentro, consapevoli, sensibili, attive e vivaci. Chissà se anch'io diventerò come loro.  
Voglio raccontare della tenerezza che mi fanno, soprattutto quando cercano i romanzi d'amore.

Tempo fa mi chiedevo che senso avesse, da parte loro, leggere libri romantici.
In un'età che ha pochi doni in serbo, così fatalmente chiusa alle misteriose dolcezze del domani, perché queste signore col tacco grosso e il vestitino demodé vanno proprio a cercare i libri della Sveva, della Danièl Stil, e per non sbagliare si appuntano i cognomi delle autrici straniere meno conosciute che hanno apprezzato, e ci chiedono di trovare altri libri scritti da loro, e ogni tanto sono così contente ed entusiaste che non possono fare a meno di commentare, quando ci riportano il romanzo, "Questo è stato davvero bellissimo!"?
Cos'hanno da sognare, alla loro età? Mi domandavo.

Poi, capita che le cose cambino, all'improvviso.
O forse gradualmente, ma all'improvviso si capisce che sono cambiate.

Diciamo che vivo un'età evolutiva - e non è quella dei bambini.
E non mi sogno niente di buono dal futuro.

Però in questi giorni sto leggendo questo libro,

Inline image 2

che è un libro diciamo d'amore, e mi sta piacendo moltissimo. 
Brutti sogni mi svegliano ogni notte, ma sono contenta di trovarlo accanto a me.

Qualche giorno fa ho visto "Il piano di Maggie" in DVD - un'altra storia d'amore - 

https://www.youtube.com/watch?v=NtmAI8Ejjzg

e mi ha quasi entusiasmato.
D'altronde, l'estate scorsa ho visto quest'altro film,

https://www.youtube.com/watch?v=YdxCnCvCngk

che è la storia di una ragazza che trova la sua strada, all'inizio della vita, e anche lui, diciamo così, mi ha fatto sognare. Sebbene non sia più più una ragazza, e la mia strada l'abbia già fatta.

E' così che l'esperienza mi ha portato a imparare, o a capire concretamente, che la letteratura è come la luce delle stelle, immaginando che noi si sia delle stelle: continua a viaggiare nell'universo anche dopo che la stella è morta.

Riconosciamo delle tracce di noi stessi nei libri - noi bambini, noi innamorati, noi santi, noi pirati, noi giovani, noi esploratori, noi avventurieri affascinanti

https://www.youtube.com/watch?v=Bgq0oS11zcc

quando ci voltiamo in corsa per guardarci.
E siamo felici.

Grazie a chi scrive.


Buona settimana.


Silvana


https://www.youtube.com/watch?v=9wv-z_d3JKw