lunedì 13 gennaio 2014

13 gennaio 2014 - Dimostrazione

Tanti anni fa essere felice corrispondeva per me a una sensazione di euforia quasi selvaggia, a un'eccitazione difficile da contenere.

Qualche anno fa mi dicevo felice di sentirmi serena e contenta.

Oggi, felicità per me vuol dire non essere depressa e non provare il tormento di essere assediata da grosse grane.

Purtroppo, so che fra qualche anno sarò felice, molto semplicemente, di non provare sofferenza fisica.

Questo ho letto stamattina a pag. 155 de "I ragazzi Burgess" della Strout, mentre tornavo in treno da Bolzano:
"Un brivido di nostalgia si agitò nella sua mente e fu costretta a chiudere gli occhi di fronte al pallido lenzuolo di quella che poteva essere solo noia, che avanzava verso di lei. Erano state unicamente la giovinezza e il nuovo amore a trasformare Shirley Falls in un luogo di miracoli? Non avrebbe provato mai più quella bramosia, quell'acuto entusiasmo? L'età e l'esperienza servivano solo ad ammutolirti?"
A dimostrazione del fatto che, come dicevo lunedì scorso, l'arte ci accompagna passo per passo.

Di Elizabeth Strout consiglio non tanto "I ragazzi Burgess", che sto leggendo, ma "Olive Kitteridge", che è molto più bello e, in senso assoluto, davvero molto bello.
Forse perché l'autrice l'ha scritto quando era più giovane ed entusiasta.



Due canzoni in tema:


e


Poi, volevo anche parlare di un fenomeno geologico tipico delle Azzorre, per colpa del quale le coste delle isole si abbassano verso il mare mantenendo un assetto orizzontale, ma non sono riuscita a ritrovarne nessuna traccia in rete.
Era mia intenzione dire che invecchiare bene, secondo me, può essere un po' questo: abbassare il livello senza tragedie. Senza crollare rovinosamente.
Invece, proprio non ricordo come si chiami questo fenomeno.
Sono un po' una frana...

In ogni caso, buona settimana!

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