lunedì 1 gennaio 2018

1 gennaio 2018 - Un pensiero breve mentre corro sottoterra

Ero sulla metro, ieri, e leggevo questo libro

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La sua autrice, Marie-Aude Murail, più che una scrittrice è un mondo dove mi piace abitare. Penso che mi delizierei anche a leggere la sua lista della spesa.

Nel romanzo in questione, una parte della trama si svolge in Mongolia.
Il protagonista, un tipaccio padre di famiglia, simpatico e in gambissima, si reinventa la vita, si licenzia da un posto di lavoro diventato disumano e organizza un commercio di jurte con quel lontano paese asiatico.

Mentre leggevo, una consapevolezza mi ha attraversato la mente, all'improvviso: la Mongolia è tanto distante, tanto inattesa e sconosciuta, eppure mia sorella ci è andata!
Un'estate ha preso, si è unita a un gruppo in un viaggio-avventura, ed ha attraversato il Deserto dei Gobi - o, per lo meno, un suo angoletto - in groppa a un cavallino che, per l'occasione, ha ribattezzato Pippo.


Mia sorella, un'avventuriera che sotto la jurta ha dormito per davvero!
Chissà se lei ripensa a quegli orizzonti lontani e infiniti, mentre accende il motore dell'auto per andare a fare il suo lavoro, all'Ospedale di Niguarda...

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E poi, se proprio considero il suo lavoro: mia sorella ogni giorno deve prestare le sue cure a persone che non guariranno mai del tutto. Che si sono fatte tanto male da essere costrette su una sedia a rotelle per tutta la vita.
Non è eroismo, questo? 
Ancora più che andare in vacanza in Mongolia!

E mia madre, allora, che ha salvato la vita a una donna che si stava suicidando?
Era infermiera. Un giorno entra in una stanza, all'Ospedale di Niguarda (un luogo ricorrente nelle nostre vite), vede una che si sta buttando giù dalla finestra, allunga un braccio e la tiene su.
E di questo non parla mai...

Dunque mi chiedo: quanti di noi sono eroi, nel corso della normale vita quotidiana, senza troppo vantarsene?
E che cos'è l'eroismo? Che cosa, l'avventura?

Avevo un'amica sieropositiva.
E' stata contagiata da giovanissima, ma ha vissuto ugualmente la sua vita spavalda e dissennata, di sicuro almeno fino a quando non ho perso i contatti con lei.
Non è eroismo, questo?

Oppure, essere poveri. O essere soli.
Essere su una sedia a rotelle.

Tutte quelle umili forme di coraggio prolungato poco estetiche, che non entreranno mai a far parte di un romanzo d'avventure.

Si dice di fare attenzione a chi si incontra, perché potrebbe essere un angelo.
Io dico che molto più probabilmente sarà un eroe.


Buon anno eroico.


Buona settimana!


Silvana


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