lunedì 12 marzo 2018

12 marzo 2018 - L'ultimo arrivato

Faccio ceramica dall'inizio del millennio.
E' stata mia sorella a spingermi. Come spesso avviene, c'è lei all'inizio delle cose.
Mi ha anche regalato gli attrezzini necessari.
Di questo la ringrazio.

La prima maestra, che si chiamava come me, non è stata incoraggiante. Anzi, mi prendeva in giro ed era burbera e scontrosa.
Però io ho insistito, non so bene per quale ragione. Ma ho insistito.

Dunque, un anno dopo l'altro ho frequentato dei corsi professionali della regione (a quei tempi esistevano i finanziamenti e c'erano tante possibilità in più). Corsi di decorazione, modellazione, raku, tornio.
Per breve tempo ho sognato di cambiare mestiere e di andare a fare l'operaia ceramica in Toscana.
Ma in fondo ho sempre saputo di avere un talento limitato.
Non creo pezzi nuovi, se non di rado. In genere, copio quelli ideati dagli altri.
Quindi, oggi mi dico che ho fatto molto bene a non nutrire illusioni e coltivare frustrazioni. La ceramica è rimasto il mio hobby - e tuttavia chiamarlo hobby ha un suono riduttivo - e ne sono contenta.

In uno dei corsi di cui sopra purtroppo ho incontrato la persona che si è incistata in casa mia per qualche anno.
Addirittura, insieme a lui e ad altra gente ho comprato un forno, che ho posseduto per qualche tempo. Mai usato.
Il forno era installato nel laboratorio affittato da quella persona.
Pensavo che ci saremmo andati insieme a lavorare, ma non è mai stato così.
Lui preferiva dare fondo al suo tempo, alle sue risorse ed energie con prostitute e psicopatiche, per me non gli rimaneva nulla.

Quando se n'è andato, temevo che si sarebbe portato via anche la ceramica.
Invece lei è rimasta.
La terra è più forte delle vicende personali.

Dunque, ogni anno mi iscrivo a un corso. O, per esser più precisi, a un laboratorio.
Durante l'estate, quando non vado a ceramica, non sto male. Ma se non facessi ceramica durante l'inverno, per me sarebbe un problema.
Già le volte che non riesco a raggiungere la mia classe, il mercoledì sera, mi sembra di aver buttato via un pezzo di vita.

La ceramica è un collegamento con un aspetto insolito di me.
Le arti figurative. 
L'uso delle mani.
La produzione di oggetti.
Quando e come potrei esercitarli, se non grazie a lei?

La ceramica mi insegna la pazienza.
Prima di portare a casa un pezzo finito, devo farlo, e aspettare che asciughi, e poi cuocerlo, e poi decorarlo, e poi ricuocerlo.

A volte la pazienza è troppa.
A volte di pazienza si muore.

Però, l'altra sera ho portato a casa questo.



A differenza di quasi tutte le altre mie opere, l'ho ideato io (su ispirazione altrui, naturalmente, non esageriamo con la creatività...).
E non ha difetti. Non una crepa, non una macchia nello smalto, niente di tutto ciò. Solo qualche sbaffo di ceramica scoperta - ma perché è fatto a mano, parbleu.

Speriamo che la Titina non me lo spacchi.

Evviva Cappuccetto Rosso e il lupo.


Buona settimana!


Silvana


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