lunedì 22 agosto 2016

22 agosto 2016 - Azione e reazione

Un paio di anni fa ho iniziato ad ascoltare musica classica.
Da un momento all'altro, ho scoperto che invece di trovarla fredda e noiosa, mi piaceva.
Ero contenta di questo nuovo interesse, e felice di vedere spalancarsi davanti a me un mare magnum di potenzialità insperate: innumerevoli nuovi autori e brani sconosciuti da scoprire.


Passato l'entusiasmo dei primi tempi, il mio interesse si è alquanto ridimensionato.
Intendo dire: non cambio canale se la tele o la radio trasmettono musica classica - ma non vado più a cercarla come prima.

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E non sono mai stata alla Scala! (Immagine da Pinterest)


Peccato, o forse no: in fondo in fondo, come dicono in Francia, tout revient au même.

Però grazie alla musica classica una cosa l'ho imparata, anzi l'ho pensata.
Nello specifico, riguarda l'opera.

Io trovo che le storie messe in scena nei teatri lirici siano orribili.
Sono noiose, oppure sono deprimenti, e persino terribili e sanguinolente - comunque, rimangono lontanissime dal nostro sentire.

Vale la pena disquisire sul perché un certo personaggio faccia questo piuttosto che quest'altro?
Secondo me, è tempo perso. (Ma Lella Costa è comunque molto brava)


Le storie cantate nei teatri lirici, d'altronde, sono solo un mezzo di scarsa rilevanza che offre ai personaggi un pretesto per esprimersi.

Violetta de La Traviata muore quasi in solitudine, salvo gli ultimissimi istanti, perché il padre del suo compagno (oggi diremmo così) le ha chiesto di scomparire, per non nuocere alle politiche matrimoniali della figlia minore.
Violetta acconsente - quindi, di morire in solitudine se lo meriterebbe anche, penseremmo oggi.
Vale la pena pensarlo?
No, perché lei canta tanto bene, e melodie così belle, e la scena è così densa di pathos e pietas umana, nonostante sia imbastita di fantascienza antistorica.
Quindi, ascoltiamo, guardiamo, e gioiamo delle emozioni che ci comunica la musica.
Anche se i personaggi li troviamo sciocchi.


Questi personaggi, che cantano la loro anima con tanta magnificenza, sebbene la loro vita sia assurda, meschina e insignificante.

Questi personaggi, che hanno un'anima vibrante, con cui rispondono nobilmente all'assurdità della vita.

Questi personaggi, la cui storia non mi importa minimamente: mi basta che esprimano cantando quello che provano, per reazione alla loro storia.

E dunque, penso io, forse può essere così anche per noi, nella vita reale.

Sappiamo che la fortuna non è distribuita equamente tra gli esseri umani.
Però, forse, tante anime sanno reagire con magnificenza al poco che ottengono, e sentono di più e meglio dei fortunati.

Esisterà davvero questa specie di democrazia del sentire?
Le anime nobili davvero trovano in se stesse - nella loro nobiltà, nella loro alto sentire - un paradiso che le ricompensa per il poco che hanno avuto?

Bho.

Nel dubbio, ascoltiamo un po' di musica.

Questo brano ci racconta come son fatti i sadici narcisisti:


Questo è un bel commento sonoro agli ambienti di lavoro velenoso


Questo è ottimo per i momenti di intima magnificenza:


Hai un lavoro umile?
E chi ti dice che sia umile?!


Da un dramma sanguinolento e deprimente, una melodia bizzarra e divertente:


Avete perduto qualcosa e non vi date pace?
Mica sarete gli unici!

Qui, una che di essere buona fa solo finta, ma starla a sentire è così bello...


Per la delusione d'amore:


E questo, quando vi viene il pensiero di bruciarvi in cima a una pira lasciando una lettera d'addio a un familiare


Se poi invece vi viene voglia di fare festa:



Se avessi ascoltato di più e meglio potrei consigliarne ancora, e invece mi fermo qui.


Buona settimana!

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