lunedì 7 novembre 2016

7 novembre 2016 - Scarrafona

E Titina come sta?

Sta bene, grazie.
Mangia, gioca, beve, fa disastri...
Tutto normale, insomma.
Quando sono rimasta a casa con l'influenza, inoltre, ho scoperto che anche lei dorme.

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Un vero scoop: la mia gatta dorme!
Difficile a credersi, ma prima di allora l'avevo vista con gli occhi chiusi solo in un paio di occasioni.
La prima è stata pochi giorni dopo l'arrivo a casa mia. Si era addormentata sul mio piede, e dopo essersi svegliata di soprassalto, l'ha morso con forza.
Benedetta gioventù!

Ma adesso Titina è cresciuta, ha 15 mesi.
Si è evoluta anche l'idea che io ho di lei, nel mio cervello.
E riflettendo sul come ed il perché, sono giunta ad una conclusione.

La mia micia, in qualche modo, è la mia piccola astronave verso il futuro.
Dopo essere state funestate dalla scomparsa degli altri gatti di famiglia, che purtroppo avevano raggiunto età anche venerande, afflitti da artrosi, alzheimer, e da tutta una serie di mali che purtroppo non risparmiano nemmeno i felini, ci è rimasta lei.

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La mia Mitzi (1998 - 2016)

Titina è il mio contatto con la forza della gioventù.
E i gatti rimangono giovani per un periodo relativamente lungo della (loro) vita. Di riflesso, della nostra. Quindi della mia.
Che dio li benedica.

E io me la guardo per buona parte della giornata.

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Me la fotografo, anche

I gatti soddisfano l'amore per le cose belle di tanti esteti.
Per me, non c'è solo quello.
Ricordo la mia amica Elisa che mi raccontava "Ogni tanto vado a trovare mia madre, e quella si imbambola a guardarmi fissa". E anche una mia compagna di un corso di ceramica, anni fa: "Stavo a casa di mia madre, ieri sera. Ero davanti alla tivvù e a un certo punto mi sento un trapano nella tempia. Mi giro, la vedo che mi tiene gli occhi addosso: "A ma', che te stai a guarda'?, le dico io"
Forse anche Titina un giorno si volterà verso di me chiedendomi: "Ma che te stai a guarda'?"

Non che non abbia avuto problemi, con lei, soprattutto quando era più piccola.
La Titi mi ha spaccato un gran numero di ceramiche.

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La coda di balena però è sopravvissuta (per ora)

Ha passato serate e giornate intere a saltare da un angolo all'altro della casa, come una molla impazzita. E io, dietro.
Confesso di essere arrivata a un tale punto di esasperazione da pensare: "Adesso la prendo e la butto giù dal balcone!".
Ma non l'ho pensato in linea teorica. 
Era una linea abbastanza pratica.
Mi ha trattenuto la mia tipica inerzia nel passare all'azione, o forse il barlume di coscienza che mi era rimasto... Non lo so.
Poi, mi sono sentita molto in colpa.
Ne ho parlato con la mia amica Marie, che da Parigi mi ha scritto: "Tutto normale: un mio amico è stato diverse volte sul punto di buttare giù dalla finestra i figli piccoli. Però poi non l'ha mai fatto".
E io ho tirato un sospiro di sollievo.

E' vero che io mi sento un po' in colpa, nei suoi confronti.
Titina è una gatta che avrebbe bisogno di grandi spazi, lo vedo dallo struggimento con cui guarda fuori dalla finestra.

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E a me dispiace avere solo due stanze da offrirle.
Però, come potrei lasciarla uscire?
Le capiterebbero cose terribili.
A volte non riesco a fare a meno di immaginare malattie e catastrofi in cui potrebbe venire coinvolta, però distolgo subito la mente.
Perché è così che si fa.
Altrimenti non si vive.

Eppure, la Titina non so bene come sia arrivata a casa mia.
I gatti bianchi e grigi, dirò la verità, sono quelli che mi piacciono di meno. Peggio di loro, nella mia personale hit parade, si piazzano solo i gatti bianchi.
I gatti bianchi - che paura!
Ma in fondo, è vero che tutti i gatti sono belli. E' una prerogativa della loro specie.
Quindi anche Titina.

Ma considerazioni sul colore a parte: se io avessi potuto scegliere, se avessi saputo di come avrei avuto le mani perennemente graffiate, e gli scaffali svuotati dalle mie produzioni ceramiche, e che avrei dovuto sviluppare il riflesso di sbarrarle il passo, ogniqualvolta apro uno sportello ...

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No, non ho acceso il forno

Insomma, mi sono sorpresa a pensare che se avessi saputo prima come sarebbe stata Titina, io non l'avrei presa con me.
Una consapevolezza inquietante.

Che però mi ha portato a pensare anche: Titina per me è come un parente di sangue. 
Il parente ti capita, e non lo scegli.
E, considerato quanto detto all'inizio, finalmente ho capito che Titina, in realtà, è mia figlia.

Ebbene sì: le altre donne hanno avuto in dono dalla sorte rampolli bellissimi e deliziosi, bravi a scuola, supersportivi e di successo.

Io, invece, ho una figlia molto pelosa, che mangia con la faccia ficcata dentro il piatto, e mai una volta che tiri l'acqua dopo aver fatto la cacca.

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Però, alla fine, so benissimo che poteva andarmi peggio.

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Ebbene sì: anche lui aveva una mamma

Anzi, sapete che vi dico?
La Titina è la gatta più bella e buona del mondo, e non la cambierei con nessuno.


Buona settimana


Silvana



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