lunedì 24 luglio 2017

24 luglio 2017 - Photobooth

Il primo sogno è la normalità. Non essere da meno degli altri. Essere accettati dagli altri.

L'altro primo sogno è l'eccezionalità. Essere molto meglio degli altri. Essere riconosciuti e ammirati per le nostre caratteristiche straordinarie.

Poi, con l'andare del tempo, si arriva a sperare soprattutto di incontrare gente beneducata.
































Da qualche anno faccio le foto alle mie colleghe che leggono le favole ai piccoli utenti della biblioteca. Poi scarico le fotografie su qualche computer, al lavoro, e non so che fine facciano.

Se vengono spedite ai social, oppure a siti che si occupano di iniziative bibliotecarie di questo genere, non lo so.
Non dico che vengano inviate senza indicare il nome dell'autore: proprio non mi viene detto quello che succede alle mie foto.

Non so se scatterò ancora, alle letture.
Non mi piace sentirmi una macchinetta automatica della Stazione Centrale - un photobooth.

Però fare le foto ai piccoli è stato divertente.
Sono molto belli dal davanti, ma per ragioni di privacy e sicurezza ormai li si può riprendere solo dal didietro, oppure a pezzi, al limite quando sono mascherati e irriconoscibili.
Lo si può prendere come una specie di gioco. Una sfida.

Diverse erano le possibilità che si spalancavano davanti a Vivian Maier.
A quei tempi, problemi di privacy non ce n'erano!
E lei, comunque, non se ne sarebbe fatti.


Risultati immagini per vivian maier child
Foto da Pinterest


Chissà come la viveva, Vivian Maier, la fotografia. Lei che raramente sviluppava i suoi rullini...
Aveva risolto alla base il problema del riscontro presso il pubblico.

Chissà se nella vita, anche lei, aveva sognato normalità, eccezionalità, buona educazione.
Un vero mistero.



Buona settimana!

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