lunedì 14 maggio 2018

14 maggio 2018 - Un concerto

Capita di vivere certi eventi un po' in sordina, a volte, e poi di rimpiangerli, perché si sono rivelati più dolci del previsto, più inconsueti e coinvolgenti, e ci dispiace che siano passati.

Una decina di giorni fa, ad esempio, sono andata col coro nell'Oltrepò Pavese. Avremmo cantato pochi brani in una rassegna cui partecipavano altri tre o quattro corpi musicali.

Il viaggio di andata è stato molto bello.
Nel tardo pomeriggio abbiamo attraversato campagne molto addomesticate, troppo costruite, e tuttavia verdi, morbide, con alti pini solitari controluce e boschi di pioppi coltivati nelle cui geometrie l'occhio si perdeva, magrittianamente più scuri sotto le chiome, e ulteriori prospettive di altri boschi tra i tronchi, quando si riusciva a spingere lo sguardo più in là.

Eravamo in cinque su un'auto piuttosto piccola, tre soprano e due contralto, e abbiamo cantato canzoni degli anni '60, e parlato ed ascoltato.

Io, più ascoltato, come al solito, anche perché l'altra contralto - Teresa -  ha raccontato storie affascinanti.

Dice che erano arrivati a Milano poverissimi, la sua famiglia e lei, dalla Calabria, e che i genitori erano gente dura, lavoratrice, mai un sorriso o una carezza - difficoltà che sono state un'esperienza dura da digerire, ancora non c'è riuscita del tutto. Trascorre diverse ore a scriverle, in questi giorni, china sul computer, e sono momenti belli, importanti, anche se non ha senso farlo, perché i suoi ricordi non li leggerà mai nessuno.
E dunque, il primo giorno di scuola qui al Nord suo fratello è arrivato in classe così nudo, così sprovvisto che la bidella l'ha preso e l'ha rivestito, e poi l'ha mandato a casa con le braccia piene di panni nuovi. E lui si è perso per strada, arrivando all'altro capo della città a piedi, finché ha avuto il coraggio di chiedere a qualcuno che gli ha spiegato la strada giusta, e arrivando a casa quasi di sera la madre gli apre, gli dà un'occhiata di sfuggita e fa: "Ma come finiscono tardi le lezioni, a Milano!", prima di mettersi a fare altro.
Questo un primo ricordo che ha raccontato Teresa.

Un altro, di diverso genere, vede protagonista lei, ormai al liceo, che incontra un bel ragazzo sconosciuto lungo la strada per andare a scuola, e questo principe azzurro la prende in braccio, la porta fino all'ingresso dell'istituto, la mette giù e la saluta con un bacio, prima di sparire nel nulla.
"Io ero bella, lui era bello. Io ero già impegnata e probabilmente anche lui. E' stato un episodio così".

E io, che nessuno né conosciuto né sconosciuto ha mai preso in braccio per portarmi a scuola, mi chiedo se questi non siano ricordi invece che non ti permettano di vivere contenta per sempre, sicura di te, soddisfatta. Anche se da piccola, in Calabria, mangiavi soltanto una volta al giorno.

Un bel romanzo che parla di una storia come quella di Teresa

Non lo so.
Forse delle esperienze forti e opposte si elidono a vicenda, e alla fine è un po' come se non ne avessi vissuta nessuna...
Ma non credo.

Insomma, alla fine siamo arrivate, siamo uscite dall'automobilina scartocciandoci, e dopo un salto al bar del paese - minuscolo, grazioso, antico, fatto di case vecchie dove chissà come entra la luce, e di vie dove passano più cani che auto - abbiamo assistito al concerto degli altri, e abbiamo cantato noi.

Così, per chi vive lontano da me, e anche per chi mi sta abbastanza vicino ma non ha tempo per seguirmi, metto il link

https://www.youtube.com/watch?v=nfIRO_drQIo&feature=youtu.be

della prima parte del concerto.
Intorno al 25° minuto ci siamo anche noi.
Io sono tutta a destra, mi si vede poco - un bel vantaggio!

Però un poco mi si sente, in mezzo alle altre voci.

Se volete seguire anche il resto del concerto, non avete che da chiedere.

Il pane e salame che ci è stato offerto alla fine dell'esibizione no, non ve lo posso mandare.

Buon ascolto!

E buona settimana


Silvana

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