lunedì 21 maggio 2018

21 maggio 2018 - Tre finestre. O quasi

Nei giorni scorsi sono stata a Roma, ospite dell'altra me stessa.

Roma è una di quelle città la cui conoscenza, ad ogni visita, si arricchisce di elementi nuovi, di aspetti mai notati prima.

Questa conoscenza non arriverà mai alla perfezione.
Roma è troppo grande, non si può esaurire, e saperlo mi conforta, perché vuol dire che lì, a Roma, vedrò sempre qualcosa di nuovo, e di conseguenza potrò ospitare pensieri e sensazioni ancora sconosciuti.

Lasciando le strade inondate di luce, nei giorni scorsi, - luce di mare, dice Carlo, il mio ospite, gialla e piena - per entrare nell'ombra delle chiese o dei musei, sono stata sorpresa diverse volte dall'abbagliamento tutto dei miei occhi, personale, che mi accecava per qualche istante, prima che mi adattassi al buio improvviso.
In quell'attimo di passaggio non ero né all'interno né all'esterno. Né aperta né chiusa. Né cieca né vedente.
Ero come una finestra.

Dunque, vi mostrerò tre immagini di finestre - anzi, di punti di passaggio tra dentro e fuori. O tra luce e ombra. O tra prima e dopo.

La numero uno è buffa.



Questo signore, nel chiostro del Bramante, si è affacciato sul lato opposto al mio e si è messo a guardarmi.
L'ho fatto anch'io, e lui non ha smesso di fissarmi.
L'ho fotografato, e lui comunque non ha rivolto gli occhi altrove.
Neanche un'ombra di nordica discrezione.
Piuttosto, un po' di riprovazione. Per cosa, poi? Chissà.
Ma che omino curioso!

La seconda è una visione molto caratteristica della capitale, che è città di preti e frati, attraversata in su e in giù da tonache vesti e sai.
Per i romani sarà normale, molto meno per me, che ogni tanto mi soffermo a osservare questa fauna folcloristica di vecchi e giovani, neri e biondi, alti bassi magri grassi, dalle facce che immagineresti benissimo in altri contesti - su una moto, dietro al bancone di una salumeria, in cima a una gru - ma mai sopra un rigido colletto bianco.
E dunque, in cima alla Scala Santa di San Giovanni in Laterano (no, non l'ho fatta in ginocchio) ho visto questa silhouette nera su fondo giallo.
Un prete seduto nel confessionale, in attesa del suo penitente.


La terza foto non è mia e non ve la posso mostrare.
Al di là di una cortina di perline, di quelle che si usavano una volta all'ingresso delle case che davano sulla strada, o sui balconi, si intravede una vecchia signora di spalle, che guarda nel vuoto, dal piano alto di un palazzo circondato da altri palazzi moderni, molto alti.

E' la mamma della mia amica. 
Immaginatela con gli occhi della mente.
E' molto bella, ne vale la pena.


Buona settimana!


Silvana

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