martedì 8 maggio 2018

7 maggio 2018 - Que de monde!

Conoscete l'East Market di Milano?



Io, fino a una decina di giorni fa, no.
Poi, una domenica mia sorella ci è voluta andare, e mi ha invitato, e quindi mi sono ritrovata sotto un enorme capannone industriale dismesso della periferia di Milano, pieno di vestiti vecchi e oggetti d'antan - tutta roba costosa, naturalmente, scordatevi l'esistenza dei mercatini dei buoni affari, dico io, io non li ho mai visti - e pensavo, e meditavo, certamente perché non sono più giovane e curiosa, ma mi veniva in mente da chiedermi: ma quante tarme si aggireranno sotto questo tetto industriale? Ma quanto non ha ragione quella mia collega che dice: "Roba vecchia? Ne ho già abbastanza della mia!". 
Ma quanta caspita di gente c'è in questo East Market? Que du monde, direbbe Marie. Che folla! Dico io.

E questa folla curiosa di tarme e vecchi 33 giri, forse perché faceva troppo caldo, non mi piaceva.

Diverso è stato a Madrid.

La prima cosa che ti colpisce di Madrid, quando visiti il centro, è che i madrileni sono tantissimi, e amano molto vivere all'aperto. Si godono la città, i bar, i negozi, i parchi, mangiano tapas, passeggiano, guardano le vetrine, chiacchierano, si siedono nelle piazze, insomma sono molto vitali, e ovunque tu vada sei circondato da un brusio, un movimento, un flusso, e la gente sembra contenta e brava a viversi la vita, quindi invece a Madrid, contrariamente che altrove, la folla mi è piaciuta.
Immagino che se sei depresso e vivi a Madrid uscire a farti un giro possa sempre essere una piccola risorsa per tirarti un po' su.
Ma forse la mia è solo una fallace idea da turista.

Poi, durante la nostra domenica madrilena, è successo che mentre si camminava per raggiungere il museo Sorolla abbiamo incrociato una folla molto particolare: in calzoncini e maglietta, col numero sul petto, uomini e donne di tutti i colori e a svariati livelli di spossatezza correvano per le strade.
El Maratòn de Madrid!


Il giorno dopo, abbiamo letto che erano in settantamila.
Settantamila assatanati della fatica inutile, votati allo sgretolamento delle articolazioni delle ginocchia.
Una folla immane di pazzi! 
Un vero incontro straordinario.
Un momento magico.
Forse, chissà.

D'altronde, oramai siamo tanti. Tantissimi.
Qualsiasi cosa tu voglia fare, sta' pur sicuro che non sei stato l'unico ad avere quell'idea.
Agli albori della mia giovinezza ricordo di essere andata a vedere una mostra di Paul Klee con mia sorella, a Palazzo Reale. 


Da Google Images

Le sale erano vuote.
Ora, non c'è un evento culturale per cui non si debba fare la fila. Tutti sono informatissimi, nessuno vuole perdersi neanche un gocciolino di vita culturale. O di vita, e basta.
So di amici che partono in auto per raggiungere la tal destinazione, non trovano parcheggio e tornano indietro.

Problemi che mi toccano sempre meno.
Sono introversa. 
Caso mai rinuncio, resto a casa e leggo un libro. Oppure vado a dormire.
Sono una donna piena di risorse.

D'altronde, sono consapevole che incontrare folla quando si vuole andare al cinema, o a una mostra, è un problema da nulla. Anzi, è un vero privilegio, che spero tanto possa durare ancora a lungo.

La folla vera è quella che si accalca, ad esempio, sui barconi della speranza.


E poi, se un giorno davvero risorgeremo dalla morte, allora sì che saremo davvero in tanti! Da non trovare un francobollo di terra per appoggiare i piedi.

Dài, questo lo sapete tutti che cos'è!
Chissà se fra tante facce potremo ritrovare quelle che avevamo scelto per essere meno soli, tra la folla.


Buona settimana!


Silvana

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