lunedì 4 febbraio 2019

4 febbraio 2019 - Mandala book

Forse l'ho già raccontato: quando dico che faccio la bibliotecaria mi sento rispondere: "Uh che meraviglia! Chissà quanti libri leggi!"
Sì, ne leggo, ma non perché sia bibliotecaria. Li leggerei in ogni caso. E comunque, non sul posto di lavoro, perché lì non ne ho il tempo né il modo, essendo occupata in cento altre attività.
I libri me li leggo a casa ma. O sul tram.
Invece, c'è un'altra cosa che faccio perché soltanto perché sono bibliotecaria.
Una cosa inimmaginabile.

Uno dei miei libri preferiti è "La vita, istruzioni per l'uso".

image.png

Questo romanzo narra la storia dei 100 abitanti (anzi, 99) di un edificio parigino, uno per ogni stanza della facciata (tranne una, che rimane misteriosa).
Il fil-rouge della narrazione è costituito dal progetto dell'inquilino miliardario che, avendo imparato in gioventù a dipingere ad acquarello dopo anni e anni di studi (non era portato, in verità),  viaggia per il mondo e spedisce i sui dipinti a casa, a Parigi. Ritornato, li incolla su una tavola di legno. Poi taglia i pezzi, li scompone, li ricompone, distrugge il puzzle. 
Ad ogni fase dell'operazione dedica una decina d'anni. E non riesce ad arrivare alla fine, sorpreso dalla morte.

Un paio d'anni fa ho guardato la spaventosissima serie TV House of cards.
Ricordo questi film con tanta angoscia.
Il contenuto - i giochi di potere - era angosciante. Il periodo in cui li ho visti pure.
Ho provato un momento di pace seguendo la vicenda di un gruppo di monaci buddhisti che, invitati alla Casa Bianca, prima hanno composto un enorme mandala di sabbia, poi  ne hanno trasportato le ceneri - diciamo così - fino a un fiume, e lì l'hanno fatto rapire dalle acque.


Qualcuno lo avrà già capito: quello cui mi dedico perché sono bibliotecaria è distruggere i libri.
Lo faccio perché è un mio compito istituzionale.
Perché so che so scegliere quello che è da eliminare.
Perché sono troppo brutti e non li legge nessuno da anni.
Perché quel certo autore ne scrive troppi e ci porta via più di uno scaffale.
Li distruggo perché stanno per arrivare libri nuovi che devono trovare uno spazio dove stare.
Li distruggo perché mi piace strappare via la copertina, metterli a nudo e poi mandarli al macero.
Per lo più non riesco a farlo a casa mia, quindi vengo in biblioteca e mi sfogo: li distruggo.
Perché li vedo tremare quando mi avvicino a uno scaffale, ma so che ne salverò la stragrande maggioranza.
Perché mi diverte comporre installazioni filosofiche di libri da distruggere lungo il giroscala.

IMG_4362.JPG
E già ne ho distrutti molti

Distruggo i libri perché devo.

Diceva il padre di una persona che purtroppo ho conosciuto: "Se non ci fosse la morte, hai idea di che razza di autobus girerebbero per Viareggio?"
Lo stesso io, nel mio piccolo essere (come) dio, faccio respirare la biblioteca, che elimina gas combusto, e poi lascia entrare ossigeno nuovo, nella sua natura organica, nel suo essere come un animale.

C'è solo un piacere bibliotecario che sia maggiore di questo mandare il marcio al macero: scegliere libri nuovi, farli comprare e poi levarli dalle casse, quando arrivano.

E forse mi rendo conto di questo: mi piace distruggere libri perché so che non riuscirei mai a leggerli tutti.
E allora, lo faccio per vendetta.

Ma non sono egoista: se volete, invitatemi a casa vostra. Non so buttare i miei libri, ma forse coi vostri non avrei problemi.
Li sceglierei per bene - i più gialli, i più rotti, i più stupidi che abbiate - e sapete che ne farei?
No, non li distruggerei.
Ve li farei portare in dono in una biblioteca.


Buona settimana!


Silvana

Nessun commento:

Posta un commento