lunedì 16 giugno 2014

16 giugno 2014 - Amalia

Otto giorni fa sono andata a trovare un amico che non vedevo da mesi e mesi.
Lui abita tra Novara e Pavia, tra città e campagna, in un piccolo paese poco distante dal Ticino.

Dopo l'ottimo pranzo in famiglia e la gita in bici sul fiume (in qualità di indigeni, mi hanno accompagnato in zone poco conosciute, frequentate più dai rovi che dai gitanti, e molto belle. A questo servono gli sherpa locali!)

il mio amico, che è architetto e illustratore, mi ha mostrato le tavole del suo ultimo lavoro, nel suo studio.

Sono sempre interessanti gli studi degli artisti.

​Francis Bacon nel suo studio

Ci sono un sacco di cose da guardare. E anche i piccoli oggetti quotidiani, a volte, ti mostrano dei lati inattesi.

​Un gruppo di saltimbanche

In particolare, alle pareti dello studio del mio amico, e non solo lì


erano appesi una serie di quadri a tema floreale particolarmente interessanti.
E lui, col suo tono tra l'ironico, l'auto-ironico, l'infantile e l'enfatico che io trovo divertentissimo, me ne ha raccontato la storia:

"Tempo fa sono andato a un mercato che tengono in un paese qui vicino, e buttato lì sotto un tavolaccio mezzo rotto ho notato questo quadro. L'ho subito comprato per l'esorbitante cifra di 5 euro.

Nei giorni seguenti sono ritornato, e ho notato che c'erano altri quadri simili.
Ho finto di non provare particolare interesse - d'altronde, quel mercato è frequentato più che altro da extracomunitari che cercano generi di prima necessità - ma sono stato all'occhio, e nel corso dei mesi sono riuscito ad aggiudicarmi tante altre opere della stessa mano - sempre per la stessa esorbitante cifra.

Mi è sembrato di poterla seguire nella sua evoluzione artistica: il suo tema prediletto erano i fiori, e nel tempo si è mossa dal figurativismo ad un astrattismo sempre più marcato.
Ha provato anche la strada del paesaggio e del ritratto, ma evidentemente questi generi non erano nelle sue corde [esempi non fotografati].
Ho saputo che era una professoressa di francese che si è data alla pittura dopo essere andata in pensione. Non aveva parenti stretti, e quando è morta, le sue nipoti si sono liberate delle sue opere, senza tanti complimenti. Meglio per me!
Si chiamava Amalia Sterpone".

Ecco, questa a me è sembrata una storia molto bella.
Penso che la signora Amalia, là sulla sua nuvoletta, possa essere felicissima di sapere che il mio amico Antonio ha raccolto le sue opere, per guardarle con interesse e conoscenza, apprezzarle e custodirle con amore.
Penso che sia morta un po' di meno. E che sia vissuta un po' più intensamente.

E chissà che fine faranno le mie ceramiche, quando io non ci sarò più.
Tremo al pensiero. Anzi: cerco di non pensarci.

Il commento musicale:


Particolarmente in tema, perché Vivaldi è stato completamente dimenticato per numerosi decenni, dopo aver goduto di un successo immenso in vita.
Poi, il secolo scorso hanno ritrovato delle trascrizioni di Vivaldi fatte da Bach.
Si sono detti che, forse, se Bach si era dato la briga di riscrivere un tal Vivaldi, forse tal Vivaldi era bravo.

Chissà: se scopriranno che il mio amico si è interessato alla Professoressa Amalia, magari anche Amalia diventerà famosa.
Chi può escluderlo?

Buona settimana

Silvana

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