lunedì 2 febbraio 2015

2 febbraio 2015 - Camminare sui teschi

Vi piace Sophie Calle?


Dire che a me piaccia non è del tutto corretto. Piuttosto: la confondo con me stessa. 
Fa cose che avrei fatto io - forse - se fossi stata un'artista. E una o due volte mi sono venute idee alla Sophie Calle (ma forse erano davvero sue, e col tempo me ne sono dimenticata).

Ad esempio: tempo fa ho immaginato di mandare un invito pretestuoso e misterioso a tutti i miei ex, e di riunirli tutti in una stanza. Chissà cosa si direbbero tra loro? Chissà cosa farebbero? Arriverebbero mai a dire una parola di me? E io, a spiarli di nascosto così, tutti riuniti, cosa proverei?
Tutte domande vane. E' un invito che on manderei mai. Anche perché con i miei ex non riempirei una stanza. Al massimo, un'archeologica cabina del telefono.


Immagine da Google

Invece, con le amiche che ho perduto (amici maschi ne ho avuti pochissimi, chissà perché), potrei riempire un caravanserraglio.
Pochi giorni fa mi sono imbattuta in questa foto


Thai artist Nino Sarabutra laid down 100,000 hand-made miniature porcelain skulls on the floor and asked art gallery visitors to walk on them. - Immagine e didascalia da Google

e ho pensato che rappresentasse perfettamente la situazione.

Si tende a pensare che i rapporti d'amore siano labili, difficili e minati alla radice da intimi vizi. Per contro, si idealizzano i rapporti d'amicizia - puri, disinteressati ed eterni.
Che luogo comune! Che illusione!
Le amicizie, secondo me, sono molto più simili agli amori di quanto si creda comunemente - intendo dire: sono caratterizzate dagli stessi vizi.
Ad esempio: un'ex amica anni fa mi disse "Non potrei fare mai legare con la tale perché è brutta".
Al momento, questo mi è parso un pensiero stupido e superficiale.
In realtà, se considero le mie amiche, non ne ho neanche una che trovi fisicamente sgradevole, e se penso alle persone che mi repellono, confesso che d'istinto sento che sarebbe difficile trascorrere del tempo piacevole con loro. Quindi, non le ho mai cercate.

Un altro vizio tipico dei rapporti d'amore: la gelosia.


Non siete mai stati gelosi di un amico? E' la cosa più comune che ci sia, soprattutto in età giovanile. Non ho niente da aggiungere.
Per non parlare dell'invidia. Ma qui si spalancano voragini di orrore, non ci voglio guardare. Non oggi.

Oggi si parla di teschi.
Cioè, di amicizie che si perdono.
Perché le amicizie finiscono, come gli amori. 
Non tutte, non sempre. Però finiscono.

E quindi, come diceva Tolstoj - più o meno: le amicizie nascono tutte allo stesso modo, ma muoiono ciascuna in modo diverso.
Non potendo generalizzare, racconterò in breve qualche caso che è capitato a me:

Daniela


L'ho conosciuta a un corso di Portoghese del Comune di Milano.
Aveva una decina di anni più di me.
Era vivace, curiosa, attiva. Diversamente dalla maggior parte delle persone, non le bastava ascoltarsi mentre parlava, ma mi spronava continuamente a rispondere alle sue domande e a esprimere le mie opinioni.
Insieme abbiamo studiato portoghese, poi abbiamo fatto un corso di fotografia, siamo andate al cinema, sono andata a trovarla al mare, in Liguria.
Mi è stata vicina in un lungo momento di depressione.
Sospetto che amasse occuparsi di persone che non stavano troppo bene, per sentirsi più fortunata.
Infatti, quando ho cominciato a stare meglio lei è scomparsa.
Dicono che gli amici veri si vedano nel momento del bisogno. Io dico che molti si vedono anche nel momento del successo.

Liliana

Abitava nel mio cortile, quando ero piccola. Siamo state bambine nello stesso posto.
Era aggressiva, competitiva, maschiaccia, molto intelligente.
Siamo state vicine soprattutto dopo che lei ha rotto con la sua famiglia per vivere il suo amore diverso.
A ripensarci, mi chiedo cosa mai abbiamo trovato l'una nell'altra. 
Come pure succede negli amori, dopo la rottura di lei mi sono rimasti in mente solo il sarcasmo e le prevaricazioni.
Non ricordo di preciso perché abbiamo rotto. Penso per colpa di un grosso malinteso. Lei ci ha messo la sua voglia di sfruttarmi per ambizione, io il mio lassismo, in occasione di un concorso per giornalisti RAI.
Ancora adesso, se ci incrociamo per strada, mi spavento. L'odio che prova per me posso quasi toccarlo con mano, e sono sicura che se potesse farmi del male me lo farebbe.

Immagine da Google

Devo dire che si è assai imbruttita. 
Per chi conosce il francese, vedendo lei mi si accende nella testa la parola "pouffiasse".

Fatima

Fatima era bella, bellissima, talentuosa.
L'ho incontrata a un corso di ceramica, e mi ha scelto come amica.
Non mi era ancora mai successo, di essere scelta.
Fatima era una delle persone più affascinanti che abbia mai conosciuto. E certamente la narcisa più pura.
All'inizio era affettuosa e generosa.


​Il primo, notevole lavoro di ceramica di Fatima, che ha regalato a me

Con gli anni è subentrata l'involuzione. 
Non so cosa abbia scatenato l'incrudelirsi del suo narcisismo: l'ultima volta che l'ho vista, in occasione di un disastroso viaggio in Germania, non era in grado di sostenere una conversazione perché concepiva di parlare solo lei, e diceva dell'interlocutore (cioè, di me) qualsiasi cosa le passasse per la testa, perché lei essendo una persona fantastica, anzi probabilmente l'unica persona sulla faccia della Terra, aveva il diritto di farlo.
Non ho mai più cercato altre occasioni per incontrarla


Per le mie amicizie perdute provo nostalgia. 
Ma non sempre.
Con l'età ho imparato un paio di cose.
Ad esempio, ho imparato quanto sia bello avere delle amiche-conoscenti con cui non si sviluppano rapporti viscerali, ma con cui è bello fare cose piacevoli insieme - ad esempio, per me, non ubriacarsi ma andare alle mostre.
E' bello averle, perché sono facilmente intercambiabili, e se spariscono, come per lo più avviene, non soffro tanto.

Da piccola, in una fase ottimistica da ballo Excelsior tutta mia personale, pensavo che il numero delle mie amicizie sarebbe aumentato indefinitamente, e che io avrei potuto accumularle come Paperon de' Paperoni accumula dollari d'oro.

Immagine da Google

Invece, recentemente ho imparato che il numero delle amicizie che puoi avere nello stesso momento è limitato e immutevole - anche perché il tempo di cui disponi è limitato.
Da piccola, di amica ne avevo solo una, e tutto il mio tempo era per lei.
Adesso, ho spesso l'impressione di trascurare chi mi è caro. E non mi piace.
Il numero di amiche presenti è sempre lo stesso, ma le amiche cambiano.
Per il resto, è tutto un calpestare teschi.

Quindi, grazie a tutte le mie amiche.
Grazie a quelle presenti, perché sono la mia famiglia.
Grazie a quelle che rimangono, perché sono la mia storia.


Grazie a quelle assenti, perché posso pensarle da lontano.
Grazie a quelle che se ne vanno, anche se mi lasciano a camminare sulle ossa, perché fanno spazio alle prossime, nuove, meravigliose persone che incontrerò nella mia vita.



Forse.



Buona settimana!

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