lunedì 12 ottobre 2015

12 ottobre 2015 - Roma

Ammettiamo che Roma sia una barriera corallina.

Ammettiamo che sia cresciuta organicamente, nel corso dei secoli, come prodotto di migliaia e migliaia di esseri viventi che hanno portato il proprio contributo e la costituiscono, ciascuno secondo le proprie capacità e attitudini.

Ammettiamo che, in quanto organismo vivente, sia soggetta a un continuo processo di costruzione e distruzione, e produca scarti e deiezioni, e abbia tratti che la caratterizzano come essere unico e irripetibile.

Io affermo - e lo presento come dato obiettivo e incontestabile - che la caratteristica principale di Roma è la bellezza.
Più precisamente, lo splendore.
Credo anche che questa bellezza sia, in un certo senso, un prodotto del caso.
Alcuni organismi viventi sono splendidi. Altri no. 
Roma lo è.
Non c'è altro da dire.

E non intendo dire che Roma sia inconsapevole, della propria bellezza.
Andate in piazza Sant'Ignazio: vedrete come la trasforma in quinta teatrale.


​L'ombra della chiesa si proietta sulla caserma dei Carabinieri

E andate all'EUR: vedrete che Roma riflette su se stessa e cercando la quadratura del cerchio, raddrizzando le curve del Colosseo


e di San Pietro.


La versione in mattoncini Lego, come dice la mia amica Piera.



Roma provoca in me sentimenti e pensieri organici e caotici.
Ne riporto qualcuno, mano a mano che mi vengono in mente.

Posso andare mille volte a Roma, e ogni volta scoprire un museo diverso, una riflesso particolare, un dettaglio inatteso, una prospettiva inedita, una chiesa sconosciuta.
Chi diceva che chi è stanco di Londra è stanco della vita? In realtà, stava parlando di Roma.


​Sant'Agata dei Goti

A Roma niente è come altrove.
Le finestre, ad esempio, illuminano più verso l'esterno che verso l'interno.
Danno un ritmo non solo ai muri delle case, ma anche al cielo.


Roma forse è bella perché è cresciuta nella luce. D'altronde, è il sole che, attraverso l'acqua trasparente, fa crescere i coralli.
Questa volta, dopo una pioggia che mi ha martellato le spalle, la capitale mi ha premiato con una una delle sue famose ottobrate.
La mia amica Silvana mi dice che Respighi ha descritto molto bene la luce di Roma, nelle sue composizioni. Ecco a voi una vasta scelta.


A Roma è bello seguire un amico romano che ti porta in giro, come se stessi seguendo un gatto.
Ogni tanto, il gatto ti racconta qualcosa del suo territorio, che lui conosce e tu senti di condividere molto fortemente.
Avere amici a Roma è particolarmente bello, perché tanti romani sono particolarmente simpatici. Sono bravi.
Si fanno amare facilmente. Sanno farti le feste. Sanno farti stare bene.
Sono dei veri, bellissimi gatti.


​2011: Al Cimitero degli Inglesi

Io, questa volta, di gatti ne ho seguito due.
Con l'amica nuova ho visto una zona più antica.
Con la mia vecchia amica ho visto un quartiere più recente.
Un bell'intreccio.



Vivere a Roma per certi versi è un privilegio.
E' un privilegio certamente, la bellezza.


​L'occhio di Dio sbircia nei monumenti di Roma

Per altri versi, essere romani è un'impresa - o una maledizione.
Che fatica, abitare il caos!
Vivere tra gli scarti di un organismo dev'essere deprimente. Anche umiliante.

Io, che ho il privilegio di visitare Roma, la vedo dall'esterno, una volta tanto, e posso pensare che "fare il mondezzaro", forse, è semplicemente una consuetudine storica.
E' un fattore culturale.
E' cacca di corallo.


Oggi, al ritorno da Roma, sono state due le sensazioni principali che ho provato.
Per la prima volta, guardando la sgraziata periferia di Milano, l'ho trovata sorprendentemente pulita e ordinata, e mi son detta: "Ma questo è il Tirolo!".

Però, più forte ancora è stata l'immediata invidia per chi da Roma non parte mai, e la voglia di tornare.

Grazie Roma. Arrivederci Roma. Eccetera.


E, come sempre, buona settimana!

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