lunedì 26 ottobre 2015

26 ottobre 2015 - Scaramanzia

Uno dei ricordi più belli della mia infanzia sono le ore trascorse a sfogliare le pagine dell'enciclopedia Conoscere.

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Immagine da Pinterest

Ancora adesso sono in grado di passare le mezze giornate cazzeggiando, per dirla con un termine forse poco fine, però mi tormenta la consapevolezza che l'età mia s'invola, come dice il poeta.
E questo disturba il mio piacere.

Anche da bambina, però, ero in grado di rovinarmi i momenti di godimento puro.
Quando leggevo Conoscere, ad esempio, dovevo stare ben attenta a non sfiorare le illustrazioni di ragni pelosi, dinosauri spaventosi, interiora umane esposte a scopo didattico, e altre nefandezze varie.
Se le avessi toccate, sarei subito morta avvelenata - o comunque, avrei attirato grandi sfortune nella mia vita.


(visione non consigliata a chi ha paura dei ragni)

Crescendo, si è sviluppata anche la mia capacità di inventarmi superstizioni personalizzate.
Da un certo punto di vista, le superstizioni possono essere interpretate come dimostrazioni di creatività e fantasia.
Per altro verso sono una bella seccatura, perché intralciano la gestione della vita quotidiana.
Ad esempio, io mi sono messa in testa che il numero 52 mi porta sfortuna. Non ricordo perché.
Questa proprietà jettatoria viene potenziata se associato al superclassico portasfiga italiano che in latino si scriveva VIXI . 
L'altro giorno mi sono resa conto che nel 20VIXI avrò giustappunto 52 anni. 
Sono molto preoccupata.
Riuscirò a sopravvivere alla sventura matematica? 
E, soprattutto, come reggerò la paura e lo sconforto serpeggiante per 230 giorni circa?
Chi lo sa. Forse un cornetto rosso può aiutare.

Alla base delle superstizioni e delle scaramanzie, d'altronde, stanno fenomeni psicologici comuni all'intero genere umano, e oggetto di studio dell'antropologia.
E quindi: dato il potere magico della parola, che fa materializzare ciò che viene detto, tante cose brutte non vanno mai nominate.
Il caso tipico è quando si racconta che qualcuno si è ammalato, giustappunto, di un "brutto male". Se lo nomini, ti ammali pure tu.

Per contro, se nomini una cosa bella che dovrebbe avvenire in futuro, la bruci, e la cosa bella non si avvera più. Per questo a chi va a caccia si augurava il contrario di quello che doveva accadere, e si diceva "In bocca al lupo!".
Non parliamo poi dell'invidia degli interlocutori, o degli dei.
Ti è successa una cosa che ti dovrebbe fare felice? Assolutamente, non parlarne con nessuno. Il malocchio la distruggerà.

Quindi, in casa mia adesso si aggirano queste ombre misteriose

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e qualcuno beve da una ciotola d'acqua producendo un piacevole rumore di nacchere.


Ma non ve lo racconto.
Non vi dico proprio niente.
E voi, soprattutto, non fatemi neanche uno straccio d'augurio, ma neanche per errore.

Per scaramanzia.


E comunque io ve lo faccio, come al solito: buona settimana!

Silvana


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