lunedì 7 marzo 2016

7 marzo 2016 - Gesti

La distanza ci rende geografi.
Quando siamo in aereo e guardiamo il paesaggio, sotto di noi, facilmente leggiamo: lì c'è pianura, lì c'è città, e le colline con i paesini, e le indomite montagne, stanno lì sotto.
La distanza cancella la maggior parte dei particolari.
Vediamo un paesaggio in sintesi e lo comprendiamo meglio.
O, per lo meno, ne facciamo più facilmente il riassunto.


Abbiamo amici, parenti, conoscenti.
Ci circondano gli sconosciuti.
Tutti si muovono intorno a noi con gesti a volte nuovi, altre volte ripetuti.
E' un oceano di movimenti.

Con la lontananza, in questo mare a volte individuiamo un singolo gesto - un modo di agitare le mani, o di stuzzicarsi una ciocca di capelli -  che rendono la persona già nota unica e tipica - nel bene o nel male.

Così lontano nel tempo, ad esempio, ricordo l'abitudine di mio padre di serrare le mascelle, di stringere i denti ritmicamente, facendo vibrare un muscolo sul lato della faccia.
Ancora, mesi fa ho visto un signore anziano che teneva le mani unite dietro la schiena, agitando le dita allegramente, ed è stato come sentire all'improvviso un profumo dell'infanzia, o sentire una canzone dimenticata. 
Mi sono ricordata all'improvviso di un gesto di mio padre.

E Andrea.
Andrea era la signora tedesca che mi ha affittato una stanza un paio di anni fa, a Francoforte.
Era gentilissima, e ha fatto per me più di quanto avrebbe dovuto da contratto - ad esempio, è venuta a prendermi all'aeroporto quando sono arrivata in Germania, e mi ci ha riaccompagnato due settimane dopo, quando son partita.
Poi, ha sempre parlato moltissimo con me. In italiano, perché lei studiava l'italiano, e mangiava italiano, e viaggiava spesso in Italia, e voleva fare pratica, quindi si è impegnata moltissimo a sentire le mie opinioni e a dirmi le sue.
Per questo, ho pensato che fosse amica mia.
Ma dopo che me ne sono andata non ha mai risposto alle mie mail, neanche per Natale.
Cosa dovrei pensare, io?
Ma io faccio a meno di pensare e dico solo che fatico a capire i tedeschi, perché i tedeschi sono diversi da me.

Però c'è un gesto che ricordo, di Andrea.
Una sera, sono ritornata a casa sua e le ho detto che in quel tal cortile di quella tal via, nel suo quartiere, avevo visto un vecchio gatto addormentato.
E lei ha sorriso di sollievo e di piacere. 
"Non lo vedevo da tanto tempo, temevo fosse morto", mi ha spiegato, e ha continuato a sorridere, mentre faceva le sue cose in cucina.

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Fiori che crescevano nel giardino del gatto

Quel sorriso salva Andrea nella mia memoria. Allo stesso modo, la Grusen'ka di Delitto e Castigo racconta che, secondo una leggenda, a una vecchia appena morta venne data la possibilità di salvarsi dall'inferno attaccandosi a una cipolla - simbolo dell'unico atto di generosità da lei compiuto in vita.


E poi c'è quella direttrice della Biblioteca di Politecnico in cui ho lavorato tanto tempo fa, promotrice di un'azione di mobbing nei miei confronti, e colpevole di diverse altre cose (sentivo dire, ad esempio, che si faceva comprare i libri di testo dell'Universita per la figlia coi soldi statali della Biblioteca che dirigeva - la figlia iscritta a una facoltà che col Politecnico non c'entrava niente).
Questa signora, per fare un esempio, parlava al telefono coprendosi le labbra con la mano, perché le piaceva fare le sue cose nascostamente.
Poi, camminava agitando le dita come se fosse spastica.
Faceva impressione guardarla.

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Di fisico, assomigliava a una pera (immagine da Pinterest)

Un gesto che non faceva mai: lavarsi.
Io non l'avrei vista comunque, mentre si lavava, però la conseguenza di questo gesto mancato la sentivano tutti, da lontano.

Infatti, quella direttrice puzzava come trenta cammelli.

Diceva una mia amica che avrebbe riconosciuto le mie gambe che camminano anche se sopra non ci fossi stata io - non per la forma, me per il gesto.
E una volta, piacevo ad un ragazzo che, vedendomi tormentare l'orecchio nel mio tic giovanile, mi disse che somigliavo a un tenero gattino.

Dopo questa distanza d'anni, chissà cosa direbbe.


Buona settimana!



Silvana


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