lunedì 11 aprile 2016

11 aprile 2016 - Dove parlerò ancora del lusso

Tanti anni fa, invece di passare il fine-settimana al lavoro o sola in casa, secondo l'abitudine degli ultimi tempi, mi capitò per un certo periodo di andare regolarmente fuori Milano, in genere in riva a qualche lago, dove il mio accompagnatore sfogava le sue propensioni acquatiche sulla tavola da wind-surf.

(chissà se anche lui adesso ci ha ha la panza)

Era un accompagnatore che non mancava mai di guardarsi molto intorno, e di fare commenti con me sui panorami che osservava.
Un giorno, col malanimo travestito da fine ironia che gli era solito, dopo aver visto una coppia di madre con figlia mi fa:
"Ci sono certe madri che secondo me alle figlie insegnano a fare i p. [qui nominando una pratica erotica che non sta bene riportare] perché facciano una bella carriera nella vita".
Lascio perdere quanto di vero ci possa essere in queste parole 

(La cronaca ci insegna che qualcosa di vero forse c'era)

per dedicarmi a un'altra questione: che cosa mai ha insegnato, mia madre, a me?

La coppia madre-figlia della riva del lago che a quei tempi ispirò il mio accompagnatore io non riuscii a vederla. 
Quando andavo in giro con quella persona, povera sciocca, non avevo occhi che per lui.
Ma ricordo Pinuccia (nome di fantasia), la mia migliore amica d'allora, allora tanto simile a me per estrazione sociale, studi, temperamento e propensioni - e sua madre. L'unica madre di amica che trovassi davvero, totalmente simpatica. Persino più della figlia.

Pinuccia in her prime​

E dunque: non che questa signora non fosse, diciamo, piuttosto critica nei confronti della Pina. Ai miei tempi le madri adoranti ancora non c'erano. Che io sappia.
Però Pinuccia, per lo meno, è cresciuta consapevole di avere di avere una faccia e un fisico con cui si poteva un po' giocare, allestendoli in svariate guise. 
Qualcuno le aveva fatto capire che è possibile valorizzarsi. 
Che nel vestirsi si può anche mirare a un concetto di valore estetico.
Insomma: io credo che dietro a questa consapevolezza della giovane Pina stessa sua madre - come pure dietro al suo desiderio di sposarsi, avere dei figli, non essere sola nella vita.

Mia madre, invece, in questo campo non mi ha insegnato assolutamente nulla.
La farò breve: il corpo umano - quello femminile e personale, e il mio sopra a tutto - secondo lei era una presenza imbarazzante da infagottare e nascondere. Doveva diventare un'assenza.
Quanto al volto, dove non arrivava mia madre interveniva mia sorella, che quando provavo a truccarmi mi elargiva il suo tipico apprezzamento: "Sembri una puttana".

Forse sta questo dietro alla mia solitudine? Dietro ai miei matrimoni mancati?
Chi può dirlo.
Mentre la Pinuccia - se qualcuno fosse curioso di saperlo - ha sposato un professionista e vive in una magione di ampia metratura.



Ma ci sarà pur qualcos'altro che mia madre mi ha insegnato, se non ad apprezzarmi e a valorizzarmi.
Una madre insegna sempre qualcosa!
E' lì per questo.

E dunque, quella vecchietta indomita (e incosciente) che a 84 anni si arrampica sulle scale a pioli per lavare i lampadari.

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In alto a sinistra: uno dei lampadari di mia madre

Che dopo essere stata operata due volte di cancro se ne va da sola in autobus a fare gli esami di controllo e a ritirarne i risultati.
Che porta da sola la vecchia gatta Mizzi dalla veterinaria per le cure, trascinandola per chilometri sul carrellino della spesa, senza aspettare che io possa partecipare, libera dai turni in biblioteca.
Che cosa mai ha insegnato a me?

Un giorno, dopo averla rimproverata per l'ennesima volta per le sue iniziative da lupa solitaria, la sua risposta mi ha aperto gli occhi.
"Finché ce la faccio, lo voglio fare da sola!" ha detto con decisione, per poi aggiungere in tono più pacato, quasi soprappensiero: "Lo faccio anche per me stessa..."

Il che mi ha ricordato di quando ero piccola e lei mi ripeteva: "Tu devi avere un lavoro ed essere indipendente, così non devi niente a nessuno e non dipendi da nessuno!".
Alla faccia di tutte le femministe dichiarate e sbandierate.
E di tutte le madri che alle figlie insegnano a fare i p. (immagine metaforica) per mirare a un matrimonio migliore.

Tutto ciò mi ha fatto capire che, come la pulizia è il lusso dei poveri, l'autonomia è il lusso delle persone sole.

Infatti, sabato sera ero sola come al solito, nessuno mi ha cercato come al solito, anzi tecnicamente posso dire di essere stata bidonata come al solito, però sono andata a letto alle otto e mezza e ho dormito come un sasso per dieci ore di fila.



Che Dio mi benedica. Finché dura.

E che benedica la mia mamma.

Buona settimana.


Silvana

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