lunedì 16 maggio 2016

16 maggio 2016 - La terrorista

Che cosa ci dà sollievo quando abbiamo un problema?
Risolverlo, innanzitutto.
Oppure: costatare che un altro ha un problema peggiore del tuo.

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Bruegel: La parabola dei ciechi

Meno cinicamente, io ho trovato grande conforto, qualche giorno fa, nelle parole di Marie, che mi ha riportato la forte tentazione provata da un suo amico di far volare il figlio giù dalla finestra.

Ma allora, non sono sola!
Che sollievo, qualcuno ha provato le mie stesse pulsioni negative, e dunque: sono normale, non sono pazza!

Perché è vero, io non ho figli, però ho una bella gattina.

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Titina, quand'era piccola e innocente

E sarà per le tempeste ormonali che i suoi innamoramenti scatenano in lei, sarà che mi ha tenuto il muso per averla lasciata dalla zia mentre ero al mare, sarà quel che sarà, ma fino a qualche giorno fa questi tre chili di gatto mi hanno reso la vita un inferno.

Titina mi piantava le unghie nelle carni - e non sono del tutto sicura che fosse per gioco.
Correva come un'indemoniata per tutta la casa.
Ma soprattutto, si arrampicava su e giù per i miei scaffali, preferibilmente di notte, e in genere allo scopo di tocchignare le mie ceramiche per poi farle precipitare rovinosamente a terra.

Può sembrare buffo a leggerlo, ma vi assicuro che avere un gatto pazzo in una casa di due stanze non è uno scherzo - soprattutto se fai ceramica da una vita.



Senza contare che oramai un problema, a me, mi riverbera tutta una condizione esistenziale.
Ma come - pensavo: adotto un micio, e il micio mi si rivela un piccolo killer peloso?
Ma quanta delusione e frustrazione mi toccherà mai, in sorte?
Ma quand'è che me ne andrà bene una?
Ma quanto potrò ancora sopportare?
Insomma, uno strazio.

E dunque, come ho reagito a questo problema?
Ho preso le ceramiche e le ho spostate molto in alto, o molto in basso, oppure le ho nascoste nei cassetti.
Ho cominciato a far dormire Titina da sola, nella "sua cameretta".

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In priggione!

Poi, al culmine della crisi, ho scritto alla coppia di conoscenti che mi hanno dato la Titi, pregandoli di venirsela a riprendere.
Loro, tanto simpatici e gentili quando me l'hanno portata, non mi hanno nemmeno risposto.
Non rispondere quando non ci fa comodo è sempre un'opzione vantaggiosa.

Poi, come ho già scritto, ho sognato ad occhi aperti di liberarmi del mostro in modo drastico e definitivo.
Ma questo sogno non l'ho realizzato.

Invece, ho cercato di razionalizzare il problema.

Mi sono detta: ogni tanto i gatti pazzi, selvatici e cattivi capitano.
Se di Titina non mi occupo io, chi mai se ne occuperà?

E poi, lei a me ha rotto due vasi, ma io a lei davvero faccio solo del bene?
La costringo a vivere in due stanze, decido io quando e cosa deve mangiare, fra poco le farò aprire la pancia perché non possa più innamorarsi e avere dei gattini - non sono questi dispetti peggiori?

E mi sono anche detta: ma con tutto il male spaventoso che abbiamo fatto noi, esseri umani, a milioni di animali grandi e piccoli sulla faccia della terra, dai tempi dei tempi, che cosa saranno mai al confronto quattro graffiate e quattro ceramiche rotte?

Allo stesso modo si legge che oramai bisogna imparare a convivere col fenomeno del terrorismo, mentre molti - tra cui io - condividono la consapevolezza che se l'Occidente non si fosse comportato in modo così ignobile col resto del mondo, forse questo fenomeno non esisterebbe.

Quindi, ancora una volta, mi devo rassegnare.
Amen.

Però questi giorni sono giorni buoni.
Io sono a casa in malattia e lei dorme serena.
La faccio giocare gettandole palline, noci secche e peluches da un'estremità all'altra della casa.
La nutro.
Cerco di spazzolarla.
Ogni tanto riesco a tagliarle anche un'unghia.
In momenti particolarmente ispirati, lei mi fa le fusa.
E' allora che penso che forse non è vero che l'anima, se esiste, è dentro di noi.
La nostra anima probabilmente è esterna: la mettiamo in tutto ciò che facciamo e che amiamo.

La mia, evidentemente, è pelosa, e ogni tanto fa le fusa, ogni tanto è cattiva.


Buona settimana


Silvana



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