lunedì 9 maggio 2016

9 maggio 2016 - Esercizi sullo spazio

Per comprendere come vivano i ciechi si possono chiudere gli occhi mentre ci si muove per il mondo.


Per capire i problemi dei sordi ci si può tappare le orecchie con la cera. Non si sentono più nemmeno le sirene!


O almeno così scriveva Lui.

Ci sono poi altre forme di handicap meno note, meno eclatanti, che però procurano non pochi problemi di ordine pratico a chi ne è afflitto.
Io, ad esempio, non ho il senso dell'orientamento.

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Duomo di Lucca

E quando dico che non ce l'ho, intendo dire ma proprio per niente.
Sono affetta dalla nascita da una sorta di Alzheimer spaziale.
Il mondo, per me, è una sorta di entità inconoscibile, o per meglio dire inapprendibile, se non a costo di tanto, tanto tempo e tanto impegno.

Lo so: quasi nessuno, lì fuori, conosce il senso di smarrimento e di vergogna che mi prende quando, in un ambiente che dovrebbe essermi noto, sono costretta a chiedere informazioni ai passanti - se ci sono.

Sopperisco alla mia mancanza in vari modi.

Mi circondo di amici-guida che mi portano di qua e di là.
Grazie a loro, ho imparato ad affidarmi con fiducia alla guida degli altri, come quando si fa il morto sulla superficie del mare.

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Immagine da Pinterest

C'è stato chi non ha apprezzato questo ruolo, ma è un discorso troppo lungo.

Poi, naturalmente, compulso le cartine, chiedo informazioni, e utilizzo tutti gli strumenti cui è ragionevole ricorrere.

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Magari potrei farmi tatuare una bussola! (Immagine da pinterest)

Più spesso, resto a casa mia a leggere.
Il mio divano, in fondo, è il posto che conosco meglio di tutti sulla terra.

Ma anche la tua casa, dopo decenni di accumulo di oggetti, può diventare un luogo inconoscibile.
Persino io, che sono un'accanita conservatrice, di tanto in tanto mi dedico alla cernita delle mie stratificazioni geologiche, per alleggerirmi un po' - e potermi muovere meglio.

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Titina collabora con aiuti non richiesti

E dunque, la settimana scorsa ho dato un'occhiata a certe mie vecchie corrispondenze con amici e colleghi che ormai non hanno più niente a che vedere con la mia vita, per liberare il mio armadietto di qualche peso.

Devo dire, mentre leggevo quelle vecchie righe, due cose mi hanno colpito. Forse tre.

La prima: quanto poco sono cambiata io.
Non sono passata attraverso gli stadi della vita adulta che sono toccati in sorte agli altri - matrimonio, figli etc. etc. - e quindi continuo da decenni ad occupare il tempo nei miei soliti modi da scapola. 
Le mie vecchie mail sono tutte un "Vieni al cinema con me?" "A che ora ci vediamo?" "Organizziamo un viaggio?".
Un po' come adesso.

Poi: mi stupisce come possano sparire persone e sentimenti che per qualche tempo - anche lungo - sono stati così importanti per me.
Questo mi procura un senso di smarrimento che nessun passante gentile potrà aiutarmi a superare.

Infine - e questa è la sorpresa piacevole - a volte sono riuscita a divertirmi.
Scrivevo lettere piuttosto simpatiche.

Ricordo, ad esempio, di aver avuto un amico argentino, scomparso dalla mia vita in un modo ignobile che sono certa di non essermi meritata.
Finché c'è stato, però, diciamo che è stato anche un buon amico.
In particolare, per un certo periodo ci siamo rimessi entrambi a studiare per cambiare qualcosa nella nostra vita di adulti.
Io preparavo il concorsone per diventare professoressa d'inglese.
Lui, l'esame da tassista nel comune di Milano. In pratica, doveva imparare la piantina della città a memoria.
Ci offrivamo sostegno e incoraggiamento reciproco.

Io, inoltre, per aiutarlo gli avevo preparato una serie di esercizi, spedendoglieli per mail.
Li propongo anche a voi (avrei voluto copiarli, ma sono troppo pigra. Accontentatevi della fotografia).


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Qui, lo strumento necessario per fare gli esercizi.


Forse non diventerete tassisti, ma dimostrerete certamente di essere più bravi di me.

Ci vuole poco...

Buona settimana!


Silvana


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