lunedì 24 ottobre 2016

24 ottobre 2016 - Due misteri

Una decina di giorni fa sono andata a vedere l'ultimo film di Woody Allen.

Che dire?
A me Woody Allen piace sempre - o quasi. E' uno di quegli artisti che seguo quasi fossero miei amici.
Non chiedo prestazioni agli amici, mi piace che esistano.
Con gli scrittori o i registi cui sono affezionata è lo stesso: mi hanno già dimostrato di essere dei grandi. Tutto il resto è oggetto di amore e tolleranza.



Sì è già capito: non ho trovato particolarmente geniale "Café Society".
Però mi è piaciuta la colonna sonora, quel jezzetto vivace con cui già altre volte Allen ci ha deliziato.

Una canzone più delle altre mi ha incuriosita.
Io ne conoscevo una versione piuttosto originale, da adolescente dark anni '80 (non ero io la dark, ma la mia compagna di banco. Io a quei tempi ascoltavo il folk irlandese).


Da lì è partita la mia curiosità.

Oramai, quando hai una curiosità che fai? Ti attacchi a internet.

Internet è una strana bestia.
Ci trovi di tutto. 
Per merito suo - oppure colpa, non lo so -, la differenza tra colti e ignoranti non è più così drammatica. 
Casomai, lo è la differenza tra chi è connesso e chi no. Tra chi sa digitare le parole chiave di una ricerca e chi no.
Quindi, il divario tra chi possiede i libri - la carta - e li sa usare, e gli "illetterati", non è più così cruciale.
Ma torniamo alla nostra canzone: su youtube ho ascoltato varie versioni.

Questa è bella, classica. Molto "Café Society"


Frank Sinatra, invece, l'ho trovato gigionesco e stucchevole



Questa versione recente la trovo molto da "primi della classe", ben fatta, filologica, piacevole, ma diciamo che il cuore forse è altrove.


Giustappunto: dov'è il cuore?

Il commento polemico lasciato da un frequentatore di youtube mi ha spinto a cercare il testo della canzone.
Eccolo qui


E l'enigmaticità del testo mi ha spinto a cercare la storia della canzone.
Eccola qui.
Di tutto, si trova in internet. Di tutto.


E dunque, in sintesi: Jeepers Creepers faceva parte della colonna sonora del film Going places, del 1939 (imprecisione storica nella scelta della colonna sonora da parte di Woody Allen? Ma chi se ne importa).
E' una canzone dedicata a un cavallo.
La canta Louis Armstrong, che nel film fa lo stalliere musicista.
Jeepers è un tipino di carattere, ogni tanto fugge. Ma Louis sa farlo tornare, cantandogli la canzone che ha scritto per lui.
Ed ecco qua finalmente la madre di tutte le versioni di JC!
(N.B.: c'è una pausa in mezzo al filmato. Aspettate con fiducia e vedrete meraviglie)


Se non guardo questo filmato 20 volte al giorno è solo per non consumarlo.

Non sono come lampi in una notte d'estate i denti e gli occhi di Louis Armstrong?
Non è commovente quella capoccetta di cavallo che spunta dalle frasche, e studia Louis con simpatia, piegandosi di lato proprio come fa la mia Titina, per poi andarsene allegramente col suo stalliere artista?

A volte siamo toccati dalle cose più strane.

Jeepers Creepers mi ha ricordato la mia passione infantile per i cavalli, che non ho coltivato nella vita per difficoltà tecniche.



Però quando ne incontro qualcuno, ci ricasco.

E mi ha dato i brividi trovare una consonanza con l'autore di questo testo, che ha dato voce con tanta levità a uno dei misteri che riconosco nell'universo: gli occhi dei cavalli.

Lo confesso: le stelle mi piacciono, sì, ma forse sono troppo lontane e terribili perché io le apprezzi appieno.

La bellezza degli occhi dei grandi animali vegetariani, invece, mi attira a sé come un vortice in cui mi perdo. 
Mi fa intuire l'esistenza di un dio.

Mi piacerebbe molto, un giorno, riuscire a fotografarmi nell'occhio di un cavallo.
Fino ad ora non ci sono riuscita.
Non mi si presentano molte occasioni per provare, e non ho mai avuto delle macchine abbastanza buone.
Ma chissà, nel futuro...

Con questa mail vi ho raccontato un mistero che non riesco a sondare.

Il mistero che ho parzialmente svelato, invece, è questo: come cavolo faccio a perdere tutto il tempo che perdo nel corso della mia giornata?

Gironzolando inutilmente per internet, of course.


Buona settimana!


Silvana


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