lunedì 12 dicembre 2016

12 dicembre 2016 - Titina scout

Ieri era l'11 dicembre.
Ero nella bella Bolzano, con la mia bella amica Marina, in visita a una bella mostra di presepi 


e tra un angelo, un pastore e una pecorella sono stata colpita all'improvviso da una consapevolezza, come fosse un pugno: mancano due settimane al Natale, io non ho pensato ancora a nessun regalo, e non ho troppa predisposizione per farlo.

Poi, davanti a un'immagine della Madonna col Bambin Gesù, mi ha illuminato una seconda banale consapevolezza: dietro ogni piccolo c'è una mamma e, salvo i casi di tragedie personali e/o storiche, la mamma è una garanzia che almeno una persona c'è, sulla faccia della terra, che ci voglia un po' di bene e ci prepari regolarmente da mangiare, quando non siamo capaci di farlo da soli.

Questo, tendenzialmente.

Perché i rapporti con e mamme non sono tutti rose e fiori...
Le due parti accumulano incomprensioni e rancori, traumi freudiani vengono trasmessi da una generazione all'altra, e gli psicologi ridono nel loro letto, sicuri che finché ci saranno una madre e un figlio, al mondo, a loro non mancherà mai il pane.
Avete presente il film Sinfonia d'autunno di Bergman?


Ecco, se io dovessi raccontare un episodio in cui mia madre mi ha ferito, direi di quando lei ha fatto togliere la tappezzeria dalla mia cameretta, a casa sua, per poi far ritinteggiare i muri.
Io avevo appeso alle pareti un gran numero di cornici a giorno, che contenevano disegni e tavole a colori che avevo dipinto alle medie, fotografie che mi raccontavano tante cose di me e del mondo, disegni che mi avevano regalato le mie amiche.
Sapevo che a lei la mia esposizione personale non piaceva per niente.
Quando le pareti sono state ridipinte, le ho chiesto di restituirmi la mia roba per appenderla di nuovo.
"Booooh... Non so mica dove sia finita...", mi risponde lei.
"Come, non lo sai? Mica l'hai tolta tanto tempo fa!"
"Eh, ma io cosa vuoi che mi ricordi? Ho dovuto occuparmi di questo, di quest'altro... Ho dovuto fare tante cose...E poi tante altre... Forse li ho messi sopra all'armadio, non so... Io cosa vuoi che mi ricordi?".
Una litania ripetuta con tono talmente lamentoso e infastidito, che mi ero convinta che mia madre avesse approfittato dell'occasione per far sparire per sempre le immagini cui io tenevo tanto, e lei odiava.
E ci ho messo una pietra sopra.

Però, la distruzione della mia galleria di ragazza non mi è mai andata giù, e a scadenza irregolare durante gli anni mi è tornata in mente.
L'ultima volta sarà stata all'incirca un paio di settimane fa.

D'altronde io e mia madre abbiamo altre cose in comune, su cui ci intendiamo bene...
In primo luogo, i gatti.

Parliamo ad esempio di Titina.

Titina non si è potuta trasferire dalla zia, in questi pochi giorni in cui sono stata a Bolzano, perché dalla zia sono arrivati i due miciolini nuovi nuovi, il cui stato di salute ancora non è scuro.
La veterinaria ci ha sconsigliato di correre rischi con convivenze dall'esito patologicamente incerto.

Ultima ratio: Titina va dalla nonna.
Con tutti i dubbi e le preoccupazioni che la soluzione comporta, visto che Titina sarebbe una gatta da esterni, ipercinetica, irrefrenabile, e chissà cosa combinerà da una vecchietta di 85 anni...

Infatti, subito il primo giorno del soggiorno dalla nonna Titina sparisce.
Mia madre è sicura che sia caduta dietro il mobile della sala, e che giaccia tramortita o secca in prossimità dell'angolo tra due pareti.

Io sono a Bolzano, non posso intervenire.
Tocca a mia sorella rinunciare ai suoi impegni e andare a cercare la gatta scomparsa (grazie, zia!)


Zia Daniela prende la scala.
Dietro il mobile in sala Titina non c'è, né morta né viva.

Cerca di qua, cerca di là.
Sposta la scala in camera da letto.

Guarda sopra l'armadio.

Chi c'è sopra l'armadio?

Titina, of course.

E dove è sdraiata Titina?


Sì, anche a me sembra una cornice a giorno.

Grazie, mamma.

Grazie, Titina.


Buona settimana!


Silvana

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