lunedì 5 dicembre 2016

5 dicembre 2016 - Eugenismi

Dicevo che anobii è stato il mio primo social network, qualche tempo fa, ma non dicevo il vero.
In realtà, la mia frequentazione sociale della rete io l'ho sviluppata altrove, all'estero, in terra di Francia, grazie a questo sito culinario


Qui certamente ho trovato ricette, certamente ho ricambiato mendandone tante delle mie, ma soprattutto frequentavo il sito per leggere il forum delle gourmandes transalpine.
Che trovavo molto divertenti, piene di spirito, per lo più simpatiche.

Col tempo, come spesso accade, il mio entusiasmo per Marmiton è calato - anche perché a un certo punto i padroni hanno dato un giro di vite alla convivialità del forum, accettando solo conversazioni di argomento culinario.
Quel dommage!
Ma finché è durata, me la sono spassata. 
Grazie, gentili fan di marmiton: con voi ho passato dei momenti piacevoli, e mi avete abituato a leggere fluentemente la vostra bella lingua.

In particolare, ricordo un'assudua del forum che trovavo assolutamente sublime.
Si chiamava Eugénie, e raccontava di sé gli episodi più fantozziani e disastrosi, con un'auto-ironia che neanche bridget jones.


Andava a fare la spesa per due settimane e si accorgeva di aver dimenticato soldi e carte di credito di fronte alla cassiera. Sbagliava strade. Parlava a sproposito.
E lo raccontava troppo bene. 
Le sue mende (cioè figuracce, in dialetto novarese) le chiamava "eugénismes".
Troppo forte!

Ieri sera Eugénie mi è tornata in mente, con tutti i suoi atti mancati.
Ero al seggio elettorale, dove mi ero recata con zaino e borsone di carta ripieni di oggetti vari da distribuire a madre, sorella e campana della caritas lungo la strada.
Mi è stato chiesto di lasciare tutto in un angolo.
"Non c'è problema", dico io, e infilo lo zainetto nel borsone di carta.
Che molto teatralmente si squarcia, e sotto gli occhi di tutti mi dà agio di esibirmi nel vano tentativo di far rientrare tutto quel bailamme nei brandelli, e quindi il bailamme di nuovo si sparge per il pavimento... Per due o tre volte.
Finché mi decido a prendere un sacchetto di plastica dallo zainetto (sono sempre provvista) e a risolvere diversamente.
Ma prima di questo, quanti "Ma non si preoccupi, signora...", "Ma sì, faccia con calma...", "Ha bisogno di aiuto?" mi hanno rivolto, le gentili scrutatrici.
Insomma, ho goduto della condiscendenza del mio prossimo. 
Che bello.

Di ricordo in ricordo, mi è tornato in mente un episodio analogo.
Al termine del corso antincendio, un mesetto fa, vengo sottoposta alla prova pratica: con un estintore, devo spegnere delle fiamme sprigionate da un tubo alimentato a gas - il tubo a sua volta immerso in una vasca d'acqua.
Purtroppo, l'estintore mi viene consegnato quando è già mezzo vuoto.
Io spruzzo - le fiamme non si spengono.
Insisto: mi abbasso, mi avvicino e spruzzo. Mi avvicino e spruzzo. Mi avvicino e spruzzo... Finché non inciampo in me stessa e cado con le braccia nella vasca.

Poteva capitare a tutti, forse, come mi è stato detto. 


Ma io avrei voluto scomparire sotto terra...
Vado ancora più lontano, e mi rivedo al museo del Prado, a Madrid.
Ecco un quadro che risveglia il mio interesse.
E' di Tiziano, e rappresenta una turba di angioletti.
Non nutro un particolare amore né per Tiziano, né per i cherubini, ma giusto per questo desidero esaminare più da vicino quest'opera bizzarra e a suo modo affascinante.

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La festa degli Amorini (da Google Images)

A due passi dal dipinto inciampo in me stessa.
Miracolosamente, riesco a non precipitare nella tela, sfondandola.
Un custode e una signora che stavano lì accanto mi guardano allibiti. "Cuidado, Senora!" mi dice il giovane. "Esta obra cuesta mucho dinero!"
Sì, un Tiziano è molto prezioso, immagino. Come avrei mai potuto ripagarlo?



E dunque, questo ho capito ieri sera al seggio, mentre tiravo su le mie povere mercanzie.

Sono una persona irrimediabilmente goffa.
Sono una pasticciona.
Cado. Mi perdo per strada. Dimentico le indicazioni che mi danno. 

Ero una bambina grassa e poco sveglia.
Dopo una breve parentesi in cui forse sono riuscita a fingere qualche competenza in qualche branca della vita, ecco che chiudo il cerchio:sono una donna di mezz'età grassa e poco sveglia.

Da sempre, consapevole di essere "weird", cioè un po' strana, mi sono negata l'uso della patente, salvando così molte vite umane e forse anche la mia.

Su esempio di Eugénie, miaa gemella astrale francese, posso imparare a prenderla con filosofia.
Ma il dubbio comunque mi assale.
Ed è un dubbio lancinante.

Come riuscirò ad arrivere fino alla tarda età, tra tanti silvanismi?




Buona settimana


Silvana



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