lunedì 5 giugno 2017

5 giugno 2017 - Tre orsi

Per me è sempre una gioia scoprire un nuovo scrittore.
Uno dei miei ultimi innamoramenti letterari è stata Annie Ernaux.

Questa autrice francese eminentemente autobiografica, nonostante la sua assoluta mancanza di ironia, e la sua anti-narratività, mi colpisce così profondamente che posso reggerla solo a piccole dosi - d'altronde, lei scrive sempre libri piuttosto brevi.
La trovo molto affine a me. A volte, sgradevolmente. Altre volte, sorprendentemente.
In una sua recente intervista, ad esempio, afferma che, adesso, da insegnante in pensione, uno dei suoi passatempi preferiti, oltre alla scrittura, è girare per supermercati, a osservare la gente.

Anch'io adoro i supermercati.
Sono luoghi dove, per vari motivi e in vari momenti della mia vita, si è sviluppata la mia sfera affettiva.
Però non ci vado per studiare la gente. Non sono troppo filantropa, io.
Ci vado e basta.

Qui a Francoforte, poi, ci vado molto spesso.
Anzi: ogni giorno.
In questa terra straniera, dove non conosco quasi nessuno e ho molto tempo libero, un grande magazzino in particolare è diventato il mio rifugio: il Kaufhof.


E adesso porterò anche voi a fare un giro in questo luogo di meraviglie.

In genere, entro nel Kaufhof dall'ingresso sotterraneo, che dà sullo snodo della metropolitana di Hauptwache.
Piano -1: alimentari.
In Germania, ​gli alimentari costano tendenzialmente meno che da noi. In Germania tutto è ragionevole - dunque anche il prezzo delle merci di prima necessità.
E' vero che il Kaufhof corrisponderebbe, grosso modo, alla nostra superlusso Rinascente. 
Però si parte da una base un po' più bassa. 
Però ci sono gli sconti sulle confezioni che stanno per scadere. 
E poi sono in vacanza, che diamine, devo farmi problemi? No. 
Dunque, io spesso la spesa la faccio qui.
Voglio scegliere?
Caspita: questo è l'assortimento delle acque minerali in bottiglia.


che arrivano da tutto il mondo.
Se parliamo di qualità, poi, date un occhio all'assortimento delle paste:


E dietro l'angolo c'erano altre quattro o cinque delle migliori marche italiane.
Voglio divertirmi coi deragliamenti del gusto?
Ebbene, ecco qui un bel mistero:


Sarà buona la pasta alsaziana?
Non voglio saperlo, non mi interessa.

Per chi sogna le vere uova di campagna, ecco qui quelle ancora sporche di interno di gallina:


Volete dare un'occhiata all'assortimento di cioccolato e caramelle?
Mi dispiace, non ho il grandangolo.
Piuttosto, guardate queste bottigliette, che carine!


Quando sono all'estero, mi piace girare tra gli scaffali alla ricerca di cibi strani, che da noi non ci sono.
La panna per bambini da noi esiste?
Più di tanto non me ne intendo, ma non mi pare.
Questa qui, come si userà? Bho. Magari un giorno me la compro e sperimento...

Ok, ho già trovato le mie confezioni di filetto d'aringa super-scontate.
Passiamo al piano 0: cartoleria, libri, valige, WC.

In Italia, ormai, è difficile trovare le cartoline dei luoghi che si visitano.
Qui al Kaufhof, naturalmente, le cartoline di Francoforte le trovate. 
E sono anche ben didattiche!


Le scritte su agende e quaderni, poi, sono mediamente intelligenti e divertenti:


Questa dice: "Il segreto più bello è essere un genio ed essere gli unici a saperlo".
Un'altra recitava: "Ho fatto gli esami del quoziente intellettivo: per fortuna sono negativi!".
Qui da noi l'intelligenza è un argomento tabù, mi pare. ​Vietato scherzarci!
Non ho fatto la foto ai turisti cinesi che facevano la fila per andare in bagno.
Fare le foto alle persone mi imbarazza. E poi, non vorrei mai che qualcuno, un giorno, mi desse un pugno.

Passiamo al piano 1: profumi e accessori vari.
A prima vista


il Kaufhof, qui, risulta davvero uguale alla Rinascente.
I prezzi, di base, sono alti.
Ma non così alti da impedirmi di comperare il portafogli nuovo di cui avevo bisogno (in offerta, naturalmente).
La vera differenza tra Rinascente e Kaufhof, però, la fanno le commesse.
Stavo studiando certe confezioni-regalo di profumo francese quando mi si avvicina gentilmente una ragazza che mi offre il suo aiuto, e quando le dico in qualche modo che volevo solo guardare, mi risponde sorridendo, con aria super-sincera: "Ma certo! Gern, gern! (lett: volentieri, volentieri), guardi pure a suo piacimento!". E se ne va.
Le commesse della Rinascente di Milano, invece - non so se ne abbiate avuto esperienza - sono uno dei motivi per cui io là non ci entro più. (Piccola parentesi: a Cagliari invece sono simpatiche. Così, io frequento la Rinascente di Cagliari, una volta ogni due o tre anni).

Saliamo al piano 1: vestiti da Dama.



E' innegabile, qui il gusto tedesco si rivela diverso dal nostro più che altrove:


Eppure, ho trovato dei pantaloni invernali che aspettavano me: costavano pochissimo, non li dovrò né accorciare, né stringere in vita, e sono di un colore molto originale.
Devo solo fare il favore a me stessa di dimagrire un paio di chili, per poterli portare con disinvoltura.

In genere, è a questo piano che mi rendo conto che fuori piove:


Mio Kaufhof, mio rifugio, grazie per il riparo fisico che mi offri - oltre a quello psicologico.
Ma saliamo di un piano:

2 : intimo e vestiti per giovani.


Non che mi sia rassegnata a non guardarli mai più.
E' che i ggiovani seguono la moda più delle altre fasce di popolazione. Quindi: più grandi marche, meno sconti.
In compenso, ho trovato un bel reggiseno rosso fatto apposta per me - come i pantaloni!

Al piano superiore


Terzo piano: moda uomo. Non ha niente a che vedere con me, salgo subito al quarto per vedere i casalinghi.

Che meraviglia, i casalinghi tedeschi!
Li guardi, e capisci subito che sono solidi, affidabili, fatti per durare.
Belli, anche quando hanno un look poco familiare - che sia per una distanza nello spazio o nel tempo non lo so


Però mi piacciono. Mi dicono qualcosa. Anzi: mi guardano.​
E anche quando sono irrimediabilmente brutti


apprezzo la fierezza con cui i produttori dichiarano: "L'abbiamo fatto noi!".
C'è tanto made in Germany, in Germania. Evidentemente, qui le fabbriche funzionano ancora.
Il nostro made in Italy, invece, per lo più lo fanno in Cina.
Sono più furbi i tedeschi.

E saliamo di un piano, alla scoperta



del bambino che c'è in me.
Torno a ripetere: cercate un cavallino?
Al Kaufhof ce ne sono a mandrie


Cercate un orsetto?
Lo trovate in supersconto


ma bello bello bello, che io me lo compro lo stesso e poi lo lascio qui ai bambini con cui Dani, l'amica che mi ospita, fa volontariato.
Oppure, ci sono quelli minuscoli che costano 150 euro


perché sono fatti a mano, e con materiali biologici e filologici... Però, quanto sono brutti!
E anche inquietanti, se penso al periodo storico in cui erano diffusi.
No no, l'orsetto Steiff lo lasciamo qui.

Al sesto piano: articoli sportivi.
Anche qui credevo di non aver nulla da fare, però queste palle da ping-pong che sembrano tuorli


non piaceranno alla mia Titina?

E con questo dubbio esco dal Kaufhof, per oggi, perché ai piani superiori ci sono il bar e degli uffici, che non interessano davvero a nessuno.

Ho letto da qualche parte che il consumismo ha i suoi lati positivi, perché ha contribuito a consolidare la pace in Occidente, durante gli ultimi settant'anni, indirizzando sulle merci i nostri istinti aggressivi.
Chi sono io per dire se sia vero o falso?

Quello che so, è che quando mi sento angosciata, in questi giorni, entro in un negozio, mi compro una stringa da scarpe e per qualche ragione che non so mi tranquillizzo.

D'altronde, Francoforte è nata come città commerciale, intorno alla piazza del mercato, che era vicino alla Cattedrale.

Dalle nostre parti, le famiglie trascorrono le proprie domeniche bivaccando nei centri commerciali.
Sono da disprezzare?
A me pare che quello della compravendita sia un istinto primordiale.

E poi, io disprezzo solo chi fa del male e chi disprezza la gente per principio.

E domani torno al Kaufhof.
Vado a comprare l'orso di peluche. Se ce n'è ancora.


Buona settimana!



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