lunedì 4 dicembre 2017

4 dicembre 2017 - Pensieri sparsi sulle strade del mondo

Un giorno sentii dire: "Tizio in fondo è una persona normale. Ha la patente e guida!"

Io non ho la patente - o, per essere più precisi, l'ho lasciata scadere dopo averla fatta, senza averla usata mai - e non guido.

Mi ha raccontato la mia amica Marie: "A scuola una compagna mi disse: 'Tu sei una che si farà portare, in auto". Allora, mi ci sono messa d'impegno e ho preso la patente. Adesso, guido dappertutto".
Posso testimoniare che è vero: mi ha accompagnato su e giù per le Alpi Marittime.

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Immaginate la macchinina di Marie che si sposta lungo tutte quelle belle righe colorate!

La trasportata, insomma, sono stata io.

Sempre Marie mi dice: "Ho amiche che temono di poter ammazzare qualcuno, se si mettono al volante. Io penso invece che sia una scelta da adulto prendersi la responsabilità di guidare un'auto, e rendersi indipendenti quando si vuole andare di qua e di là".


Io che mi ero sempre consolata del non saper guidare proprio pensando che così, per lo meno, non posso causare danni a terzi!
Perché lo spiego una volta per tutte: io non ho il senso dell'orientamento. Non so leggere le carte geografiche. Non ho il senso degli spazi e dei volumi. Non riesco a fare due cose contemporaneamente. Non so rimanere concentrata. Ma, soprattutto, le poche volte che mi sono messa al volante, mi ha preso il panico, e purtroppo quando sono in preda al panico io non ho reazioni adrenaliniche. Piuttosto, cado in catatonia, e non vedo e non sento più nulla.

Ma è vero che forse avrei dovuto ignorare tutto questo, e prendermi delle responsabilità da adulta.
Avrei così evitato, ad esempio, quello che mi è successo martedì scorso.

E' da qualche mese, ormai, che frequento un coro di Milano.
Non lo trovo facile. I pezzi sono complicati. Anche tanto




(Un esempio di complicazione)

E uscire di casa la sera verso le sette, col freddo, sapendo che potrò essere di ritorno solo verso la mezzanotte, mi richiede sacrificio mentale e sforzo fisico.
Anche perché la sede è relativamente lontana.

Per andare non c'è problema.
Vivere in una città, per chi non guida, fino a una certa ora non è proibitivo. Ci sono i bus, i tram, le metropolitane.

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Per tornare, c'è problema.
L'esperienza mi dice che la mia città, col buio, non è sicura.
Fino ad ora, ho chiesto a due signori che abitano nella mia zona di accompagnarmi a casa.

Il primo, con l'andar dei martedì, mi ha mollato sempre più lontano da dove abito, per far più svelto.  Il traffico, a mezzanotte meno un quarto, si sa, è proibitivo per tutti.
Il secondo, dopo una o due volte, mi ha rimpallato al primo.
Questo primo, martedì scorso mi ha fatto scendere dalla sua auto a 500 metri dal mio portone.

D'altronde, perché la gente dovrebbe essere tenuta a essere gentile con me?
Oppure, gentile in generale?
Mica c'è una legge scritta.

Io so fare diverse cose.
Canticchio, faccio ceramiche, faccio torte, ho imparato qualche lingua.
Scribacchiavo.
Ma questo conta poco: mi caratterizza molto di più questa cosa che non so fare: guidare.

E dunque: non posso andare al coro perché è troppo pericoloso?
E' molto semplice: rinuncio, come ho rinunciato a molto altro, consapevolmente o no.

Una rinuncia dopo l'altra, finirà che mi ritirerò a vivere nella mia grotta personale, isolata dal consesso degli umani.
D'altronde, vivere in campagna è sempre stato il mio sogno.

Ma si può vivere in campagna, se non si sa guidare?



Non saprei...


Buona settimana!


Silvana


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