lunedì 15 aprile 2019

15 aprile 2019 - Birdwatching n. 4

Uccelli n. 11 - I colombacci

Sono belli, i colombacci. Rappresentano la versione atletica dei piccioni. Hanno delle righe a pianoforte bianche e nere, sotto le ali, molto decorative, che quando sono in volo funzionano da segnaletica, per comunicare cosa io non so.
Pur non essendo colorati come auspicato, rispetto ai piccioni hanno tutt'un altro savoir faire, un altro aplomb.
La prima volta che li ho visti è stato a Parigi - lassù al Nord sono molto più diffusi, i colombacci. Non conoscendoli, mi sono chiesta se da quelle parti i colombi prendessero le vitamine - o se si nutrissero unicamente di ipercalorici croissants.
Scoperto l'arcano (in realtà, sono un'altra specie), gli è rimasta comunque un'aura di esotismo addosso, il fascino dell'altrove.
Chissà se anche i colombacci cadono vittima delle cornacchie.
Almeno loro, spero di no. Mi sembrerebbero abbastanza ben piantati per difendersi. Abbastanza costauds.

Uccelli n. 12 - I pettirossi

Hanno una cosa in comune coi cavalli, i pettirossi. Non certo le dimensioni...
E' che i loro occhietti, come quelli ben più grandi dei quadrupedi, sono lucidi e neri, sporgono, e sembrano poter riflettere tutto il mondo di fuori, concentrandolo in un punto di vista microcosmico.
Perché sono sfacciati, a volte, i pettirossi, e restano lì a guardarci incuriositi.
Se poi penso alla favola scritta da Oscar Wilde - scrittore che detesto, ma la sua favola del pettirosso mi ha segnato - il punto di vista del pettirosso mi sembra molto appassionato, e mi commuove profondamente.

Uccelli n. 13 - Gli storni

Ho già scritto altrove degli storni, del loro piumaggio che sembra un ricamo portoghese di paglia su fondo nero, della somiglianza ingannatrice coi merli, della loro attitudine allo spettacolo della murmuration.
Non abito a Roma e non ho l'auto, quindi, ripeto, li posso amare.
Tanto più che da queste parti si vedono raramente, poco prima che volino via - a inzaccherare le proprietà dei nostri amici della capitale, probabilmente.
Di loro ricordo l'allegria brigantesca e spensierata.
Certo che sono felici, gli storni.
Hanno un sacco di amici e volando tutti insieme si fanno beffe anche dei falchi.
E chi li ammazza, gli storni?

Uccelli n. 14 - I falchi

Sì, ci sono pure loro. 
Quelli piccoletti, grigiolini, appollaiati di guardia sulla cima degli alberi.
Quelli un po' più grandi, rossicci, con le ali nere, che io penso siano falchi ma non è detto. Sono molto timidi, e vivono ammantati di mistero...
E' affascinante vederli fare lo spirito santo in alto in alto, e poi buttarsi giù in picchiata.
Purtroppo, per ogni picchiata c'è un topolino che muore.
Magari fosse una cornacchia!
Ora che ci penso, però, è da un pezzo che non li incontro più.
Forse proprio perché sono falchi, appollaiati al vertice della piramide alimentare, sono più delicati dei piccioni.

E poi c'è una serie di uccellini piccoli, a me sconosciuti, che più che vedere io intravedo e non distinguo. Scorgo un frullo d'ali che si mimetizza in una siepe - forse un verdone? E quelle righe che segnano la fuga di un cuore poco più grande di un calabrone, apparterranno a un cardellino? Ed è vero o no che sono riuscita a sbirciare i colori vivaci di una cincia?

Magari ne comparissero sempre di nuovi, a stimolare pensieri sempre diversi, a rappresentare differenti forme di felicità.

Questi uccelli, alla cui vista siamo così sensibili - come scriveva Primo Levi - perché una volta ne studiavamo il volo per leggervi il futuro.
E che quando non vediamo, ma sentiamo intorno a noi, sopra le nostre teste, aerei, alati, rappresentano la nostra anima - che forse non c'è ma magari è vera, e sa andare più in alto di noi.

Forse.



Buona settimana!


Silvana

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