lunedì 15 febbraio 2016

15 febbraio 2016 - 80% acqua

Sabato sera sono andata a mangiare la pizza con un'amica.

La pizza è molto buona.
La pizza è un'estrema risorsa.
La pizza ti toglie la fame.
La pizza è conviviale.
La pizza volendo è anche ancora conveniente.

Io, che da qualche tempo devo limitarne il consumo per questioni di sospette intolleranze - ma mi spiace assaissimo - in questa mail esprimerò pensieri sparsi sulla pizza, così come le olive stanno sparse sulla pizza con le olive.

- Se si esamina la composizione di un italiano, si scoprirà che è fatto all'80% di acqua, e al 20% di pizza.
- Se l'Europa fa chiudere i forni a legna per questioni di igiene, allora sì che l'Italia esce dall'Europa.
- Non conosci il tuo territorio se non sai dove si mangia la meglio pizza.
- Appena arrivi in una zona nuova, ti devi informare: "Dove si mangia la pizza buona?". Così, saprai quasi tutto quello che ti serve sapere della zona.
- Quando lasci una certa zona per sempre, la nostalgia ti perseguiterà sotto questa forma: "Ah, che pizza si mangiava là...!"
- Chi ti spedisce in un posto e tu mangi una pizza cattiva, lo devi cancellare dalla lista dei tuoi amici.
- Puoi boicottare i negozi dei negozianti antipatici, però se un pizzaiolo è antipatico ma fa una pizza eccezionale, sopportalo e non rinunciare alla sua pizza.
- Questo, quanto meno, ti darà un argomento di conversazione mentre mangi la pizza: "Oh, ma che antipatico è il pizzaiolo?".
- La pizza la puoi fare anche in casa, ma è un'altra cosa. D'altronde, perché uscire a mangiare un piatto che puoi farti benissimo anche tu? Io, per lo meno, ragiono così.
- Nessuno capisce la pizza meglio di te.
- La gente si divide in tre categorie: quelli che avanzano la pizza, quelli che mangiano una pizza, quelli che una pizza non gli basta.
- Una coppia in cui un partner mangia più di una pizza e l'altro non finisce la pizza è destinata a durare a lungo.
- Non è detto che quello che mangia più di una pizza sia l'uomo.
- Le tattiche di attacco di una pizza sono innumerevoli. C'è chi comincia dal centro e avanza i bordi. C'è chi mangia prima i bordi. C'è chi la taglia a spicchi. Si dice che Craxi, ai suoi tempi d'oro, afferrasse la pizza con le mani e poi la sbranasse.
- Vuoi sentirti creativo? Esci a mangiare la pizza e dì al cameriere: "Voglio una Pizza Sprint senza cipolle senza origano senza provolone ma con la coppa il brie e i friarielli di Somma Vesuviana."
- Vuoi sentirti cattivo? Esci a mangiare la pizza e dì al cameriere: "Voglio una Pizza Sprint senza cipolle senza origano senza provolone ma con la coppa il brie e i friarielli di Somma Vesuviana."
- I Paesi poco civili sono quelli dove non sanno fare la pizza.
- Io sono stata in Russia alla fine dell'era sovietica, e ho mangiato una pessima pizza. 
- Lo stato attuale della pizza nella ex Unione Sovietica mi è ignoto, ma non ne ho sentito parlare molto bene.
- Un ricordo di giovinezza, episodio di miraggio collettivo: Eravamo tre amiche a Mosca, siamo andate al cinema. Durante l'intervallo, nell'atrio, abbiamo adocchiato il banco dei rinfreschi. Il banco era vuoto, ma decorato con una carta dai grossi motivi tondi, rossi e bianchi. Contemporaneamente ci siamo dette, con occhi sognanti : "Per un attimo quei disegni mi sono sembrati delle vere pizze!".
- Non sei adulto finché non capisci quale sia la tua pizza preferita. 
- Io, ad esempio, less is more:  più di tutto mi piace la margherita. Meglio ancora, la pizza bianca.
- Non capirò mai chi, annoiandosi, dice: "Oh, che pizza!"
- Piuttosto, dite "Oh, che barba!"

Dunque, per non annoiarvi la finisco qui. 
E avendovi già mandato il mio antico racconto sulla pizza, vi faccio leggere un antico racconto sulla barba.

La barba

Saverio aveva fatto un sogno spiacevole, quella notte. Aveva sognato di perdere tutti i 

capelli, e di essere costretto a esibire un cranio dalla pelle irrimediabilmente rossa e lucida. 

Forse distratto da questa circostanza, intento com’era nella disamina della sua densità 

pilifera, quando fu il momento di radersi, davanti allo specchio, con la faccia piena di schiuma, 

invece di partire dallo zigomo sinistro, come aveva sempre fatto, cominciò a passare il rasoio dalla  basetta destra. 

“Toh, che novità…”, pensò distrattamente. Poi, in fretta e furia terminò di prepararsi, e uscì 

di casa per andare al lavoro. 

Una volta sotto casa, scoprì che gli avevano rubato le ruote dell’auto, sostituendole con dei 

mucchi di mattoni. 

Reagì molto male, Saverio, ma dovette affrettarsi verso la stazione, rimandando la questione 

a un altro momento: non poteva arrivare tardi al lavoro. 

Entrato a fatica in un vagone freddo e non troppo pulito, non trovò posto a sedere, manco a 

dirlo, però incontrò Bastiani, suo compagno di banco alle scuole medie, che non vedeva dal giorno degli orali dell’esame di terza. 

Tra i due si instaurò all’istante una corrente di simpatia non meno forte di venticinque anni 

prima, tanto che dopo essersi scambiati esclamazioni di sorpresa e informazioni sul proprio stato  civile, arrivati al momento di illustrare la posizione occupata nel mondo lavorativo, Bastiani allungò a Saverio un biglietto da visita dicendo:

“Sei disegnatore tecnico di aeroplani, davvero? Io mi occupo di selezione del personale, e 

oggi pomeriggio dovrò esaminare i candidati per un posto analogo al tuo, nella tal ditta vostra 

concorrente. Se tu volessi…”

Saverio sorrise e rispose: “Ti ringrazio di cuore, ma io dove sto mi trovo bene!”. Però prese 

il biglietto da visita, e diede a Bastiani il proprio.

I due non ebbero il tempo di scambiarsi anche la promessa di rivedersi una sera a cena: il 

treno era già in stazione, e Saverio volò a prendere il tram che lo avrebbe poi lasciato davanti 

all’ingresso della sua ditta.

Nel corso della mattinata, il capo del personale lo chiamò nel suo ufficio e gli diede il 

preavviso di licenziamento.

Nel corso del pomeriggio, Saverio telefonò a Bastiani e si presentò al colloquio.

Verso sera firmò il contratto di assunzione con la nuova ditta.

Arrivato sotto casa, nel passare accanto alla sua auto le diede tre colpetti amichevoli sul 

cofano.

Terminata la cena, mentre rigirava il cucchiaino nella tazzina del caffè, sua moglie gli 

comunicò emozionata ed adorabile di essere in attesa del loro primo figlio.

Il mattino dopo, davanti allo specchio, con la faccia piena di schiuma, Saverio stava per 

cominciare a radersi dalla basetta destra, ma si fermò, allarmato.

Portò il rasoio sullo zigomo sinistro, ma si fermò di nuovo, pensieroso.

Buttò il rasoio nel cassetto, si sciacquò la faccia.

Nell’uscire di casa, diede un bacio a sua moglie e le comunicò: “Mi faccio crescere la 

barba!”


Allora, buon appetito.

E buona settimana!

Silvana


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