lunedì 1 febbraio 2016

1 febbraio 2016 - Buchi spazio-temporali

Tempo fa ho letto che ogni Paese ha il suo quadro nazionale.

Se devo pensare al quadro nazionale italiano, mi viene in mente la Gioconda, perché è il ritratto più famoso del mondo ed è stato dipinto dal nostro Leonardo.

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D'altronde, se chiedessimo a un francese quale sia il quadro nazionale d'Oltralpe, senza dubbio risponderebbe anche lui "La Joconde!" - che, come tutti sanno, è stata dipinta in un castello sulla Loira ed è conservata al Louvre.
Questo ci dimostra quanto noi e i nostri "cugini" abbiamo in comune - oppure, a seconda di come si vede la questione, quanti motivi abbiamo per detestarci.

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Immagine da Pinterest

E dunque, in quell'articolo si diceva che il quadro nazionale spagnolo è "Las Meninas" di Diego Velazquez.

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A me quest'opera non piace particolarmente (d'altronde, nemmeno la Gioconda). Fosse solo per la nana coi capelli lunghi e sciolti, sulla destra, che trovo spaventosamente brutta e molto somigliante a me.
Però mi colpisce l'omaggio che l'artista ha voluto rendere ai suoi ammiratori, nel corso dei secoli: se state in piedi di fronte al quadro, e lo guardate bene (al Prado è possibile guardarlo - non così si può dire della Gioconda al Louvre, praticamente invisibile per il riflesso dei vetri antiproiettile, l'altezza a cui è appesa e l'orda di Giapponesi che l'assediano a qualsiasi ora), se guardate Las Meninas, dicevo, e osservate il fondo dello studio del pittore, vedrete uno specchio appeso, e quelli riflessi sono il Re e la Regina - e cioè, il Re o la Regina siete voi.
Il tempo non esiste più, l'Arte lo cancella con un colpo di spugna: Velazquez vi ringrazia dal profondo del Siglo de Oro per la vostra attenzione, incoronandovi.

E cadere in questo buco dello spazio-tempo a me personalmente dà il capogiro.

Una sensazione simile ho provato martedì scorso, quando sono andata a vedere la mostra di Vivian Maier allestita a Milano.

Guardavo la bella signora che sta per prendere il treno, alla stazione: è elegantissima nel suo cappotto col risvolto bianco, e col cappellino in tinta, è ben truccata, consapevole di sé - che classe, olalà la classe - all'improvviso si sente guardata e si gira, vede dietro a sé una donna alta, sgraziata, dai lineamenti ordinari, vestita come un armadio, che forse le sta facendo una foto.
E la guarda corrucciata, con disgusto.

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E la donna sgraziata siete voi, che guardate la fotografia.

Che dite, vi sarebbe piaciuto essere davvero Vivian Maier?
Un bel dilemma...


Buona settimana!


Silvana

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