lunedì 28 ottobre 2013

1 luglio 2013 - Fasi

Vi ricordate quando all'improvviso è scoppiato il boom dei profumi alla vaniglia?
La prima volta che l'ho sentito addosso a qualcuno, sono rimasta sconcertata.
Dopo poco, mi sono deliziata, e mi ha divertito annusare tante ragazze-torta in metropolitana.
Col tempo, mi sono abituata.
Adesso - diciamolo - i profumi alla vaniglia mi hanno proprio stuccata.

Così è anche con la musica.
Prima di arrivare ad apprezzare una musica nuova, devi ascoltarla qualche volta. A volte, ci vuole davvero un po' di impegno...


Naturalmente, capisci che alcuni autori (per me, Wagner) non ti piaceranno mai. E non ti ci metti per niente.

Arriva il momento magico: oramai quella tal musica ti è familiare, ma non ti ha ancora stufato.
Ti sembra che non smetterà mai di deliziarti. Che non smetteresti mai di ascoltarla


Poi, il tracollo.
Non c'è musica, per quanto meravigliosa, che non ti stufi, se te la propongono a ogni piè sospinto per una cinquantina d'anni.
Quando sento le prime note di questa


mi dispiace dirlo, io cambio traccia, canale, stazione, o spengo. 
Povero il mio cantante preferito...

A questo punto mi chiedo: ci capita lo stesso con la gente? 
Con i nostri amici, con i nostri amori?
Ci stanchiamo della gente come del gusto di un gelato?
E cosa dice questo di noi?

E, ultimo quesito: noi che viviamo dall'inizio alla fine con noi stessi, dentro noi stessi, e sentiamo sempre la stessa voce che, quando parliamo o pensiamo, ci risuona nelle orecchie e nel cervello, veniamo a noia di noi stessi?
Sarebbe questa la pazzia? La depressione? La vecchiaia?
L'ennui?

Bho.

Buona settimana!

Silvana

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