lunedì 28 ottobre 2013

29 aprile 2013 - Martha A.

Qualche tempo fa, nei miei gironzolamenti per you-tube di neo ascoltatrice di musica classica, mi sono imbattuta in questo filmato:


"Che bella giovinetta", devo aver pensato, senza farci caso più di tanto
Qualche tempo dopo, però, casualmente come al solito ho visto questo:


e sono rimasta di sasso.
Era lei, era lei, la pianista era sempre lei, Martha Argerich, però, perbacco, com'era cambiata!
Nel giro di pochi giorni, grazie alla tecnologia, ho visto una seducente ragazza trasformarsi in una donna anziana dall'aspetto un po' stregonesco, con una folta capigliatura color ferro, il giro vita ben presente e le braccia da fornaia.

Però sui filmati di Martha A. io sono ancora tornata, e mi sono resa conto che, al di là delle apparenze, la bella ragazza era cambiata di poco. Molto meno di quanto sembrasse.
I capelli, ad esempio, sono sempre lunghi e folti. Stregheschi, sì, ma belli. La braccia sono raddoppiate di diametro, ma perché la loro padrona ha passato il tempo a impastare note musicali. L'abitudine di accompagnare i brani muovendo le labbra - così umana e familiare - deve essere stata la stessa in ogni momento della sua vita. Martha Argerich, insomma, ha acquisito in autorevolezza quello che perso in seduttività, ma a conti fatti non esce sconfitta dal confronto con la superpotenza del tempo.

Dunque, ho pensato, sarà perché lei vive in compagnia di figure eterne, Mozart e Beethoven e Bartok, e per mestiere talento e vocazione tratta valori inossidabili - l'arte, la bellezza e la musica. Quindi il tempo le è scivolato addosso con clemenza.
Sarà perché lei è particolarmente dotata di fascino, ha un destino molto forte, è nata con un patrimonio genetico particolarmente agguerrito. Non come noialtri, comuni mortali.

Ma adesso non ne sono così sicura.
Le grandi personalità ci rappresentano. Sono come noi, ma in modo più concentrato e drammatico.
In Martha Argerich risulta evidente che il tempo non ci cambia, e che in barba al passare dei giorni siamo noi, sempre noi, rimaniamo sempre noi stessi, fortemente, magari con qualche segno i faccia e qualche centimetro di più addosso, ma rimaniamo fondamentalmente inalterati.

E' un bene, davvero?
Non lo so.

D'altronde, io non so nulla.
Quando si ragiona su tempo, eternità, arte, bellezza, si possono solo avere impressioni fuggevoli, e opinioni personali.

Buona settimana!

Silvana


P.S.: Qui, Martha A. in un passaggio intermedio della sua trasformazione


e questo, just for fun:



Baci.

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